Entra nel vivo il progetto “Pane e Rose, il teatro incontra il lavoro” diretto da Angelo Campolo coni il primo modulo di lavoro, sviluppato in DAD (didattica a distanza), che ha visto il coinvolgimento di una classe multietnica di studenti impegnata in un’analisi intorno ai modi comunicare nei vari ambiti di riferimento (scuola, lavoro, società). “Chi sono, come mi presento”, “Come esprimermi in modo efficace”. “Io e l’altro, culture diverse a confronto”, sono alcuni dei temi affrontati negli incontri a distanza.
“Si è trattato di una fase interessante – racconta il regista Angelo Campolo – nella quale ciascuno dei ragazzi ha avuto modo di soffermarsi su come cambiano i meccanismi di comunicazione in ambito lavorativo, oltre che riflettere su quelle che sono le motivazioni profonde che spingono ciascuno di loro a desiderare di svolgere un lavoro, per necessità o per passione. Fino ad oggi la didattica a distanza non è risultata un limite, ma un’opportunità, vista la possibilità di poter utilizzare i contenuti multimediali in ciascuno degli incontri, anche grazie al lavoro di tutoraggio svolta dalla prof.ssa Donatella Amata. I partecipanti al progetto provengono per la maggior parte da paesi stranieri, quindi il nostro percorso si muove su più binari, mettendo di continuo a confronto usi e costumi occidentali con quelli dei loro paesi di origine”.
Il modulo iniziato nei giorni scorsi, “Lavoro come realtà”, sarà incentrato sull’incontro con numerosi esperi di settore, incaricati di rispondere ai dubbi e alle domande degli studenti sul mondo del lavoro. L’ultima parte sarà intitolata “Lavoro come sogno” che vedrà il debutto di una performance pubblica nel mese di maggio. Le condizioni di lavoro oggi, il suo valore, la competizione, la solidarietà̀ o la sua mancanza, i sogni e le distorsioni, l’evoluzione del significato della parola “lavoro” negli ultimi anni, i mestieri scomparsi, le nuove tipologie di lavoro, il precariato come condizione esistenziale oltre che lavorativa. Questi i temi delle interviste che verranno poste a cittadini comuni, lavoratori, familiari, studenti, insegnanti, giovani lavoratori, da parte dei ragazzi, chiamati poi ad una rielaborazione drammaturgica del materiale raccolto.
“Abbiamo scelto di intitolare il progetto PANE E ROSE, non solo pensando al celebre film di Ken Loach, incentrato proprio sui temi del lavoro, ma anche perché era lo slogan utilizzato dagli operai di inizio Novecento che durante gli scioperi reclamavano per sé non solo il diritto al lavoro, ma anche quello alla vita, al sole, alla musica e all’arte”, dichiara Giuseppe Ministeri, direttore della DAF.