di Michele Bruno – Abbiamo intervistato Giuseppe Barresi, studente messinese e coordinatore regionale siciliano della REDS (Rete degli studenti medi e superiori), sindacato degli studenti delle scuole medie e superiori, riguardo alla prossima decisione che dovrà prendere il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi riguardo all’eventuale recupero del programma scolastico e delle ore che si presume siano state perse.
Giuseppe, che ne pensi della scuola in Estate?
“Guarda noi non siamo d’accordo, gli studenti delle scuole sono stati già molto stressati dalla dad – ndr la didattica a distanza – e dal non poter fare scuola in presenza, come avremmo preferito. La responsabilità non è nostra, ma della pandemia. Non vogliamo che a dover sacrificarsi in questa situazione siano gli studenti, se in alto non hanno idee e volontà per decidere. Prolungare l’anno scolastico, anche a Giugno, non lo accetteremo in nessun modo. In quel caso ci metteranno nelle condizioni di mobilitarci, gli studenti non ne possono più”.
E che ne pensate della possibilità di fare i turni pomeridiani o recuperare eventuali debiti a Settembre?
“Questo sarebbe già meglio, ma va detto che prima di tutto noi vorremmo capire come sarà impostata la discussione. Se si vorrà continuare a calare dall’alto le decisioni, eludendo il confronto con gli studenti e gli insegnanti, non ci staremo. Vorremmo avere un dialogo da parte delle Istituzioni, che a tutt’oggi non c’è. Bianchi non ha ancora convocato studenti e insegnanti”.
Quindi anche con il Ministro Azzolina non c’è stato dialogo?
“In un primo momento si, poi c’è stata una chiusura. Comunque non è il peggior Ministro che abbiamo avuto negli ultimi anni, come dice qualcuno. Nemmeno il migliore però, alcune cose le abbiamo apprezzate, altre meno”.
E Bianchi?
“Da un certo punto di vista c’è continuità con Azzolina, però c’è anche un altro aspetto. Bianchi punterà a recuperare il programma puntando sul massimo della produttività del sistema (studenti e insegnanti). Almeno tutto questo traspare dalle dichiarazioni ed è nelle attese. Non ci staremo se sarà così. Poi va detto che non parrebbe sia tanto lontano dalla logica della Buona Scuola renziana, che noi abbiamo contestato.
Guarda, io sono convinto che in realtà gli studenti abbiamo studiato e anche tanto, la dad non è meno efficiente della scuola in presenza. Il problema si pone solo per alcune categorie di studenti come chi avrebbe dovuto fare laboratori, o aveva situazioni difficili in casa, per cui facendo la dad ha davvero perso tantissimo. Addirittura, stando alle ultime stime, ottimisticamente circa 40mila studenti hanno abbandonato la scuola, ma saranno sicuramente molti di più… Se avessimo la possibilità di discutere di questo con Bianchi, saremmo ben lieti”.
E sulla possibilità che si fa strada di non fare gli esami scritti, ma solo l’orale?
“L’anno scorso questo già è avvenuto su input di una protesta di noi studenti. Va detto che se dovesse succedere ci troverà d’accordo, ma a questo punto se si può sacrificare lo scritto, forse non è così importante. Si sentono infatti spesso discorsi infarciti di una certa retorica vuota e sterile della modernità della Scuola. E’ vero, l’impostazione dell’Esame di Stato, così fatta, è vecchia eredità della Riforma Gentile. Se anche di questo ci si potrà confrontare, e quindi ampliare il raggio della discussione verso un’idea di modifica strutturale, saremo d’accordo”.
Forse lasceranno alla fine la decisione finale a Scuole e Regioni…
“E questo sarebbe un modo per non decidere e lasciare il sistema Scuola allo sbaraglio. Si potrebbe invece basare tutto sul principio di continuità territoriale. I territori hanno bisogno di linee guida chiare, poi in autonomia le singole Scuole applicano. Mentre invece si usa il concetto di autonomia scolastica per scaricare tutta la responsabilità su Direttori scolastici, docenti e studenti”.
Grazie, infine voglio chiederti se state pensando come Rete nazionale di agire prima dei provvedimenti ufficiali?
“Beh si, stiamo studiando delle proposte da fare al Ministro, e come ti dicevo siamo pronti a mobilitarci in caso di mancato confronto e decisioni che non ci piaceranno”.