Circa un anno fa sei giovani promettenti scrittori, tutti under 35, provenienti da varie regioni trascorsero 15 giorni a Cinisi per una residenza letteraria legata alla scrittura di impegno civile dal titolo “Scrivere di mafia”, organizzata da Navarra editore dove hanno avuto la possibilità di incontrare esperti di scrittura – dalla teatrale alla giornalistica, dalla narrativa alla sceneggiatura – che hanno dato loro un forte stimolo a realizzare un racconto che avesse come oggetto la criminalità organizzata.
Da quell’esperienza – lanciata da Navarra editore grazie al sostegno del MiBACT e di Siae, nell’ambito dell’iniziativa “Per chi crea” (Bando 2 – Residenze artistiche) – nasce l’antologia dall’omonimo titolo “Scrivere di mafia” in cui gli autori, con toni diversi e scegliendo modalità narrative proprie – dalla fantascienza al noir, dal monologo teatrale al racconto – entrano nel mondo mafioso.
Vincenzo Cascone sceglie la favola allegorica tra fantascienza e fantapolitica e vola fin sullo Zodiaco per raccontarci “La memoria del Porcospino”; Davide Guarcello, con “Servizi deviati. Una killer all’ombra delle stragi”, compone un noir in bilico tra realtà e finzione e riprende la “leggenda” della misteriosa killer donna che sarebbe stata dietro alcuni illustri omicidi nella Sicilia degli anni ’80; Sophie Fiesoli si cimenta nella ricostruzione di uno spaccato di vita criminale nella zona portuale di “Livorno”; in “Il vicino” Francesca Maruccia immagina la quotidianità tipica di un latitante, tra ironia e casualità; Lorenzo Ongaro in “Matteo, la mafia e me”, un testo a metà tra il monologo comico e una strana seduta di terapia, sviscera le ossessioni di chi non chiude occhio pensando alle sorti di Messina Denaro; infine Giulia Zeno, in “Segni particolari: nessuno”, inscena un dramma familiare ambientato nella Sicilia di un prossimo ipotetico futuro, in cui la piccola di casa scopre un segreto che lascia senza fiato. (ANS