L’atmosfera di scontro che si registra in città, nella fase in cui sarebbe fondamentale compattare tutte le forze sociali per affrontare l’emergenza pandemica, è inaccettabile. Messina è una città con peculiarità singolari, porta della Sicilia, territorio di transito, pertanto necessita di precise regole locali per gestire l’inevitabile zona rossa. Le direttive generiche dei tanti DPCM che si sono susseguiti non sono sufficienti, si è avuta conferma durante il lockdownd di marzo, quando il Governo centrale dichiarava blindata l’isola mentre giornalmente si registrava l’arrivo di centinaia di passeggeri attraverso i traghetti privati e la flotta ferroviaria. C’è voluta la denuncia del territorio e la gestione locale degli sbarchi per garantire ai messinesi i livelli di sicurezza che in altre realtà si raggiungevano agevolmente.
Attualmente a Messina si registra un aumento dei contagi fra i più alti dell’intera nazione, la regia locale del Sindaco e della Prefettura per la gestione dell’emergenza è indispensabile. La conclamata disorganizzazione dell’ASP unita a una situazione notoriamente deficitaria dei plessi ospedalieri, rischia di trascinare la comunità nel dramma annunciato. La reazione istintiva del Sindaco De Luca che ha ritirato l’ordinanza sindacale in risposta alle critiche provenienti da alcuni versanti non trova la condivisione di CISAL, UGL è ORSA, il primo cittadino è la massima autorità sanitaria locale ed ha il dovere di tutelare con ogni strumento la salute della comunità. Nell’ordinanza comunale che De Luca ha deciso di ritirare, erano presenti alcuni errori che lo stesso sindaco ha ammesso ma la soluzione di gettare il bambino insieme all’acqua sporca non risolve il problema. De Luca indossi la fascia tricolore e torni a gestire l’emergenza dal Coc della Protezione Civile come ha dimostrato di saper fare.
CISAL, UGL e ORSA condividono l’appello della Confederazione CISL volto a “lavorare tutti insieme”, pertanto invitano il Sindaco De Luca a convocare con urgenza le parti sociali e tutti i portatori di interesse per organizzare la gestione di un’emergenza che ha superato abbondantemente il livello di guardia. Solo se si agisce insieme si riuscirà a limitare la diffusione dei contagi senza rischiare di salvarsi dal Covid per poi morire di disoccupazione. Il dramma covid si affronta nelle sedi istituzionali non nei social, partendo dall’assunto che chi la pensa diversamente non è necessariamente il nemico. Gli opinionisti da tastiera avranno modo e tempo per stabilire meriti e demeriti e individuare i soggetti che si esprimono solo per occupare il palcoscenico della propaganda e della contrapposizione politica fine a se stessa. Per il sindacato la priorità assoluta è affrontare il virus garantendo la massima assistenza sanitaria ai cittadini, senza omettere di tutelare adeguatamente le attività produttive e l’occupazione il cui crollo produrrebbe più danni del Covid.