La prima Sezione Penale del Tribunale di Messina, presieduta dal giudice Letteria Silipigni, nella tarda serata di ieri ha emesso l’attesa sentenza per il processo scaturito dall’Operazione Beta, che ha portato alla luce la mafia dei colletti bianchi in riva allo Stretto. Condannato a 14 anni il noto avvocato Andrea Lo Castro che secondo l’accusa ha messo a disposizione dell’intera associazione la propria professionalità. Lo Castro era infatti l’avvocato di fiducia di tutto il gruppo Romeo, Grasso, Barbera, Marano, Spina, Soraci ed è stato il direttore della suddivisione della Demoter.
Pene pesanti inflitte anche Stefano Barbera e al geometra Carlo Borella, entrambi condannati a 13 anni di carecere. Borella con la società di cui era titolare, la Demoter S.p.A., ha realizzato lo stadio comunale “San Filippo” e completato gli svincoli di Giostra e Annunziata. La Demoter è stata la principale azienda che ha lavorato per la realizzazione della galleria ferroviaria dei Peloritani, tra Villafranca e Messina. Per lui l’accusa è di concorso esterno in associazione mafiosa per aver posto a disposizione degli interessi della famiglia dei Romeo-Santapola due imprese riconducibili alla Demoter per realizzare opere pubbliche.
Erano stati i due magistrati della Dda Liliana Todaro e Fabrizio Monaco, il 13 ottobre scorso, a formulare la requisitoria. Sullo sfondo sempre i verbali del pentito Biagio Grasso, prima imprenditore e poi gran disvelatore del “mondo parallelo” tra mafia-politica-affari.
Secondo quanto disposto dalla sentenza condannati anche: Francesco Romeo a 16 anni e 8 mesi. Pietro e Vincenzo Santapaola a 12 anni. Ivan Soraci e Michele Spina a 12 anni e 8 mesi. Giuseppe Amenta, Domenico Bertuccelli, Salvatore Boninelli, Salvatore Galvagno, Carmelo Laudani e Salvatore Piccolo condannati a a 2 anni e 8 mesi di reclusione. Condannato, ancora, Raffaele Cucinotta a 9 anni. Silvia Gentile a 3 anni e due mesi di reclusione. Guido La Vista a un anno e tre mesi. Franco Lo Presti a 3 anni. Fabio Lo Turco condannato a 10 mesi. Gaetano Lombardo a 3 anni e sei mesi di reclusione. Alfonso Resciniti a 2 anni e sei mesi.
Assolti Antonino Amato perché il fatto non costituisce reato. Bruno Calautti, Antonino Di Blasi, PAolo Lo Presti, Giovanni Marano, Benedetto Panarello, Filippo Spadaro e Guida La Vista per non aver commesso il fatto.