Il 21 maggio del 2018, in piena campagna elettorale per le elezioni comunali della città di Messina, l’On. Cateno De Luca annunciava: “L’emergenza abitativa deve essere risolta con soluzioni veloci. Il tempo è scaduto. L’Agenzia per il Risanamento potrà contare su una dotazione iniziale di 80 milioni di euro. In 2/3 anni saranno rase al suolo tutte le baraccopoli. È una scommessa che si può e si deve vincere”.
Successivamente, dopo avere vinto le elezioni comunali, il 7 agosto 2018 il Sindaco De Luca assumeva difronte alla città il solenne impegno che entro la fine dello stesso anno sarebbero state sgomberate e poi demolite tutte le strutture abitative che insistono nei sette ambiti di risanamento. Purtroppo, la scadenza temporale per lo sbaraccamento e la demolizione annunciate ai quattro venti non sono state neanche sfiorate dall’amministrazione comunale.
Per recuperare il fallimento del primo anno di mandato, nel mese di ottobre 2019 (un anno dopo) il Sindaco de Luca affermava che, entro il 31 dicembre dello stesso anno, ben sette zone della città dove insistono le baracche sarebbero state evacuate, le strutture abitative presenti in quelle aree sarebbero state demolite e sarebbero stati assegnati gli alloggi ai cittadini. Si trattava di Fondo Fucile, Fondo Saccà, Case D’Arrigo, Camaro Sottomontagna, Annunziata, via Macello Vecchio, e via delle Mura. Purtroppo, neanche questo impegno, è stato mantenuto.
Quindi, il sindaco Cateno De Luca fissa un nuovo obiettivo per il 2020: assegnare 500 case, quasi lo stesso numero di quelle assegnate negli ultimi 15 anni. Ad oggi, però, siamo lontani dall’obiettivo e a metà del suo mandato il Sindaco è costretto a rimangiarsi anche l’impegno assunto in campagna elettorale per il quale ha chiesto e ha ottenuto il consenso popolare. La scommessa è stata ampiamente perduta: a fronte di 2400 nuclei familiari ai quali l’Amministrazione comunale aveva annunciato di assegnare gli alloggi, soltanto il 10% di questi ha ricevuto quanto gli era stato promesso.
Parole al vento non sono state soltanto quelle del Sindaco di Messina. La Regione siciliana, infatti, non è stata da meno. Anzi, ha fatto peggio. Gli impegni del Presidente Musumeci pubblicamente presi durante le sue visite a Messina avevano indotto il Sindaco De Luca ad affermare il 10 settembre del 2018 che “Il piano delle risorse finanziarie è un profilo che non mi preoccupa perché le risorse ci sono, le abbiamo individuate in circa 230 milioni di euro complessivi e abbiamo colto la volontà politica per sbloccarle”.
A quegli annunci era seguito un trasferimento di risorse dalla Regione all’Agenzia per il Risanamento di soli 500 mila euro per pagare gli stipendi agli amministratori. Poi, il nulla. Solo altri annunci. Per esempio, il 25 febbraio 2019 l’Assessore Falcone, in una delle sue tante passerelle a Messina, affermava che lui e il Presidente Musumeci sarebbero venuti “nei prossimi giorni in Consiglio Comunale a comunicare lo stanziamento di 50 milioni di euro per il risanamento”. In Consiglio comunale non si sono visti e le risorse non sono mai arrivate.
Nonostante tutto ciò, il nostro Sindaco il 10 ottobre del 2019, immemore di quanto promesso e mai mantenuto, affermava che “grazie al governo Musumeci nei prossimi anni si chiuderà la stagione delle baracche eliminando una storia di vergogna che ha sempre caratterizzato il senso di rassegnazione dei messinesi”.
Tutto ad un tratto, però, le speranza dell’Amministrazione comunale sembrano crollare e la fiducia nei confronti della regione vacillare. Lo stesso Sindaco De Luca, infatti, in audizione in Commissione Ambiente della Camera dei deputati, afferma ciò che non ti aspetti (forse gli sarà scappato, preso dalla foga e dalla solennità del consesso): la Regione siciliana non avrebbe versato un solo euro nelle casse comunali per fronteggiare l’emergenza abitativa delle aree degradate della Città e le risorse che sta utilizzando l’Agenzia per il risanamento e il Comune per quei pochi interventi in corso di realizzazione sarebbero quelli ereditati (con qualche rimodulazione) dalla vituperata amministrazione Accorinti.
In estrema sintesi. In tema di risanamento, a metà del suo mandato, il Sindaco de Luca sembra avere mantenuto solo il 10% delle promesse fatte ai messinesi, utilizzando le risorse lasciate in bilancio dall’amministrazione precedente. Per quanto attiene alla Regione siciliana, il colpevole disinteresse verso la sorte di migliaia di famiglie costrette a vivere in condizioni di assoluto degrado continua: solo annunci roboanti di interventi e finanziamenti ai quali è seguito meno del nulla, a parte gli emolumenti per gli amministratori dell’Agenzia per il risanamento.
In questo quadro desolante, infarcito di impegni non mantenuti e annunci largamente disattesi, qualche giorno fa il Sindaco si esibisce in ciò che sa fare meglio: trovare un nemico della città di Messina per nascondere i propri insuccessi e quelli della sua amministrazione, inanellati in ben 30 mesi di gestione della città. E questo nemico lo trova nel Ministro Provenzano che, a differenza di quanto accaduto con il precedente governo Conte I, sembrerebbe avere l’unica colpa di essersi assunto l’onere di sostenere l’iter legislativo di tre progetti di legge, depositati in Parlamento su iniziativa di deputati della maggioranza e di una parte dell’opposizione, che prevedono una gestione commissariale del risanamento delle aree degradate della città di Messina.
Musumeci e Falcone promettono 250 milioni di Eur. Però, in tre anni di governo regionale, ad eccezione del suono vacuo delle loro parole e dei ripetuti e inutili ‘farò’, ‘finanzierò’, ‘sosterrò’, non arriva nulla e il Sindaco De Luca se ne fa una ragione. Le loro mancate promesse, infatti, non suonano come una presa in giro alla Città e ai suoi abitanti, ma rappresentano il gancio a cui appendere le speranze della Giunta municipale che, impunemente, continua a dare credito a un governo regionale che ha disatteso ogni impegno, nonostante la costituzione gli assegni tutte le responsabilità in tema di emergenza abitativa nei comuni siciliani. Invece, la sensibilità e la disponibilità del Ministro Provenzano di sostenere i progetti di legge in Parlamento è ripagata con l’invettiva e lo sfottò di un Sindaco irresponsabile.
Confido che dal Governo nazionale possa giungere tempestivamnente la risposta ai bisogni di migliaia di cittadini messinesi a cui è stato negato, da decine di anni, il diritto di cittadinanza. Mi auguro che ciò possa accadere presto anche per tappare la bocca a tutti coloro che la usano solo per fare rumore.