Messa di Natale: il problema non è l’ora, ma come viverla

di Fra Giuseppe Maggiore – La Cei  alla luce della polemica nata a fine aprile, in vista della “fase 2” , quando il Governo non fece riaprire le chiese, questa volta non si è fatta mettere all’angolo dalle proteste politiche per la Messa di Natale, tenendo fermo il punto di celebrare in chiesa la nascita del Salvatore, e smontando sul nascere una polemica pretestuosa portata avanti dai “ferventi e zelanti” Salvini e Meloni.

Ed è proprio il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana capitanato in video conferenza dal vescovo di Fiesole Mario Meini, visto l’assenza di Mons. Gualtiero Bassetti, convalescente al Gemelli dopo un ricovero in terapia intensiva per il Covid, che smonta sul nascere ogni polemica sull’orario delle celebrazioni la Vigilia di Natale.

Il Consiglio Permanente “si è confrontato circa le prossime celebrazioni natalizie, in modo particolare sull’orario della Messa nella notte di Natale […] I Vescovi ricordano quanto scritto nel recente ‘Messaggio alle comunità cristiane in tempo di pandemia’: ‘Le liturgie e gli incontri comunitari sono soggetti a una cura particolare e alla prudenza. Questo,- affermano i vescovi nel documento finale – non deve scoraggiarci: in questi mesi è apparso chiaro come sia possibile celebrare nelle comunità in condizioni di sicurezza, nella piena osservanza delle norme’. Da qui la certezza che sarà così anche per le celebrazioni del Natale, come peraltro avvenuto finora. Tenuto conto delle diverse situazioni, è stato detto, sarà cura dei Vescovi suggerire ai parroci di ‘orientare’ i fedeli a una presenza ben distribuita, ricordando la ricchezza della liturgia per il Natale che offre diverse possibilità: Messa vespertina nella vigilia, nella notte, dell’aurora e del giorno. Per la Messa nella notte – hanno condiviso i Vescovi – sarà necessario prevedere l’inizio e la durata della celebrazione in un orario compatibile con il cosiddetto ‘coprifuoco’”.

Nessun problema, dunque: le messe “di mezzanotte” si celebreranno, prevedibilmente, prima delle 22. Nei giorni scorsi aveva innescato le polemiche una frase del ministro agli Affari regionali Francesco Boccia che, in una riunione a porte chiuse, aveva detto: “Seguire la Messa, e lo dico da cattolico, due ore prima o far nascere Gesù bambino due ore prima, non è eresia”. Immediata la reazione dell’opposizione. “Non rubassero il Natale ai bambini”, ha detto il leader della Lega Matteo Salvini. “Già che ci siamo perché non festeggiare Capodanno spostando le lancette dell’orologio avanti come in un film di Fantozzi?”, dichiarava da parte sua la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. “Governo sempre più imbarazzante!”.

Nelle stanze dell Cei, in realtà, la questione sembrava fin da subito piuttosto pacifica. In molte chiese, infatti, si è soliti, senza la minaccia di una pandemia, anticipare la messa della vigilia di Natale per semplice comodità. In Vaticano fu Benedetto XVI, ormai anziano, ad anticipare nel 2009 l’orario di inizio della celebrazione. 

Noi vogliamo tranquillizzare quei “cattolici” che difendono la tradizione e perdono di vista il messaggio evangelico: Gesù non è nato a mezzanotte e non è nato il 25 dicembre.

In un intervento pubblicato martedì sul Fatto quotidiano, padre Antonio Spadaro, stretto collaboratore di Papa Francesco, ha spiegato: “Quando è nato Gesù? Con un certo fastidio san Clemente Alessandrino, scrittore greco-cris tiano del II secolo, uno dei ‘padri della Chiesa’, annotava in un suo scritto: ‘Non si contentano di sapere in che anno è nato il Signore, ma con curiosità troppo spinta vanno a cercarne anche il giorno’ (Stromata, I,21,146). Già queste parole ci fanno capire che in realtà non lo conosciamo; ma la stessa espressione ci fa anche comprendere bene che ciò che importa del Natale non è la data: è il fatto che il Figlio di Dio abbia preso carne umana in una notte e sia venuto come luce del mondo”. Per il gesuita, “certamente la politica non deve parlare di come si celebra la liturgia di Natale. E certamente la Chiesa deve evitare che le celebrazioni diventino luoghi di contagio”.

A rafforzare la scelta della Cei e del Governo c’è anche Mons. Paglia presidente della Pontificia Accademia per la Vita che facendo riferimento a San Francesco di Assisi afferma: “San Francesco riteneva il Natale una delle feste più belle dell’anno, se non la più bella. Lui si inteneriva quel giorno, il problema non è l’ora nella quale si celebra – Papa Francesco la celebra alle 21.30 – quindi si può anticipare. Il tema è come si celebra il Natale” .

“Un mistico del Seicento– spiega mons. Paglia – diceva nascesse Cristo mille volte a Betlemme, ma non nel tuo cuore, saresti perso per sempre. Ecco allora la domanda: come far nascere Cristo oggi? In questo 2020 in un tempo di pandemia? La risposta è semplice: meno solitudine e più amore, meno indifferenza e più fraternità. È questo il Buon Natale che tutti dobbiamo augurarci perché sia davvero bello, anzi migliore di quello degli anni passati”.

Il Natale di Cristo non è questione di cenoni, di zone rosse o gialle o di orari, ma esclusivamente di fede!

 

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