Parte ufficialmente al Senato l’iter per il riconoscimento delle comunità galloitaliche di Sicilia come minoranza linguistica. Il Disegno di legge S. 1940, presentato dal senatore del Movimento 5 Stelle Fabrizio Trentacoste, prevede sostanzialmente una modifica all’articolo 2 della legge n. 482 del 15 dicembre 1999 «Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche».
“A vent’anni ormai dalla sua approvazione, la legge n. 482, – afferma Trentacoste – che continua a costituire l’unico provvedimento-quadro che definisca norme generali valide per tutto il territorio nazionale, mostra forti limiti e rivela gravi deficit. Nel testo è evidenziato che, oltre all’italiano, vengono valorizzate le lingue elencate all’articolo 2. Ed è proprio questo l’articolo di cui si propone con decisione la modifica, aggiungendo le comunità galloitaliche della Sicilia, presenti nei comuni di San Fratello e Novara di Sicilia in provincia di Messina, Nicosia, Sperlinga, Aidone, Piazza Armerina e Valguarnera Caropepe in provincia di Enna, Randazzo in provincia di Catania. Così anche nel rione Funnurìsi di Enna, popolato con abitanti dedotti dal Casale di Fundrò distrutto nel 1396”.
“Un chiaro riferimento alla questione linguistica – continua il parlamentare – si trova anche nella nostra Costituzione, all’articolo 6, ed è attinente alle minoranze linguistiche: «La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche». A questo articolo di fondamentale importanza per la salvaguardia delle diversità linguistiche, quindi, ci appelliamo. Diversità che viene legittimata sempre da altri due articoli della Costituzione: l’articolo 3, che fa della pari dignità della lingua usata dai cittadini una parte essenziale dell’eguaglianza sociale, e l’articolo 21, primo comma, che stabilisce che la libertà di espressione verbale e non verbale è un diritto di ciascuno”.
“Proteggere le lingue di minoranza – conclude Trentacoste – consolidandole negli usi e salvare le lingue minacciate è senza dubbio una tra le grandi sfide che il XXI secolo dovrà affrontare. Nello specifico, ottenere il riconoscimento del galloitalico di Sicilia significa difendere la nostra identità e le nostre tradizioni. Senza il contatto con le nostre radici culturali è a rischio anche l’avvenire delle giovani generazioni. Per questo la proposta avanzata può e vuole diventare una speranza e una fiducia in un futuro migliore. Questo riconoscimento costituisce un segno importante, un impulso da parte del mondo politico da dare a tutti quei giovani che – proprio perché immersi in una dimensione dove globale e locale finiscono per coincidere – potranno sperare di contribuire a migliorare la vita della propria comunità”.