Omicidio di Milazzo: a Messina una preghiera per Giovanni, “l’amico dei clochard”

di Fra Giuseppe Maggiore – Cala il silenzio dietro la Stazione Centrale di Messina dove ogni sera si distribuisce il cibo ai poveri della città e ai senza fissa dimora.

Sconcerto, incredulità e rabbia accompagnano la notizia della morte di Giovanni Salmeri ucciso a Milazzo con 11 coltellate al petto, all’addome e alla trachea per poi essere bruciato.

La morte di Giovanni avvenuta il 29 luglio per mano di un suo conoscente che gli toglie la vita per rubargli la misera pensione di 650 euro passa inosservata, nessuno lo cerca, nessuno denuncia la sua scomparsa. Tutto ciò rende ancora più difficile l’indagine degli inquirenti che dopo un lavoro immane riescono a risalire a Giovanni.

Il 73enne dopo aver preso la pensione si recava a Messina e dormiva in stazione, ogni sera prendeva il suo sacchetto di cibo, si intratteneva a scherzare e a parlare con tutti e poi si recava al suo giaciglio fatto di cartoni e qualche coperta; prima della sua scomparsa si frequentava anche con una donna di origini venete senza fissa dimora, che probabilmente dopo averlo atteso invano per mesi, ha lasciato la città.

Era il modo di spezzare la monotonia, uccidere la solitudine, creare relazioni con chi viveva la sua stessa precarietà. Giovanni una casa l’aveva, se casa possiamo chiamarla, perché era ridotta un tugurio e in condizioni igienico sanitarie da terzo mondo. Quando veniva alla stazione oltre che essere voluto bene da tutti per il suo modo allegro e tranquillo di relazionarsi, aveva la possibilità di avere a pranzo e a cena un pasto caldo, di poter usufruire di una doccia e di vestiti puliti e soprattutto dell’affetto di tutti coloro che lo conoscevano.

Ed è stato proprio ieri sera che prima della distribuzione del cibo sono stato personalmente avvicinato da un amico di Giovanni che dopo avermi raccontato della tragica scomparsa del 73enne mi ha chiesto di fare una preghiera. In un attimo si è formato un grande cerchio, tutti in silenzio per pregare per uno di loro che per la cattiveria e l’avidità dell’uomo non sarà più fra loro … fra noi. Una preghiera che ha varcato tutti i confini delle religioni e che ha voluto marcare che l’unico confine che va difeso e custodito deve essere l’uomo. Il silenzio è stato interrotto da Maurizio un clochard che ha evidenziato che nonostante siamo diversi, siamo essere umani “e voi ci dovete trattare come tali” ha concluso il senza tetto con marcato accento palermitano. Un lungo applauso ha chiuso quel breve momento dedicato a Giovanni, “clochard” per respirare affetto, libertà e per poter raccontare le sue storielle e filastrocche che facevano divertire tutti.

I Frati Minori responsabili della Cappellania della Stazione Centrale di Messina, insieme ai Fratelli e alle sorelle che vivono quel luogo celebreranno una Messa  in suffragio di Giovanni.

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