Di Michele Bruno – La Sicilia è ormai da tempo in Zona Arancione. Questo è quanto è stato deciso dall’ultimo dpcm e da quanto si capisce, il Governo è preoccupato non tanto dai contagi presenti nella nostra Regione, quanto dalla tenuta del sistema sanitario regionale. Preoccupazioni che il Presidente Musumeci ha rispedito al mittente, ma che persistono.
Il Governo ha nominato in questi giorni il Presidente della Regione Siciliana Musumeci come Commissario alla Sanità, con l’obiettivo di realizzare il Piano Covid appena approvato per la nostra Regione. A sua volta il Governatore ha nominato un suo Commissario. Il Piano nazionale approvato dal Governo Conte e dal Comitato Tecnico Scientifico, che secondo fonti dell’Amministrazione regionale deriverebbe da un piano del Governo siciliano, prevede circa 3.600 i posti letto Covid in Sicilia. Posti, suddivisi tra terapie intensive (t.i.), degenze ordinarie e ricoveri in strutture dedicate alle cure in bassa complessità.
Il piano è stato illustrato 10 giorni fa dall’assessore Ruggero Razza in Sesta Commissione-Sanità all’Assemblea siciliana, assieme al Presidente Margherita La Rocca Ruvolo, che ha diffuso una nota apposita. Esso prevede a quanto si dice il mantenimento delle dotazioni per la cura dei pazienti non Covid e la realizzazione dei nuovi posti letto in due scaglioni temporali, 15 e 30 novembre. Fino a questo momento invece, le implementazioni dei posti erano avvenute col così detto modello a fisarmonica: all’avvicinamento alla saturazione, i posti venivano implementati.
Le t.i. Covid raggiungeranno 416 posti a cui potranno aggiungersi posti di terapia sub-intensiva convertibili a seconda delle necessità. Le degenze ordinarie raggiungeranno 2.384 ricoveri, in più vi saranno 812 posti letto così detti a bassa complessità.
“Nei territori delle Città Metropolitane – dice Ruvolo – sono previsti 251 posti di terapia intensiva e 1.502 per i ricoveri ordinari […] A completare l’offerta sanitaria […] sul modello dei Covid hotel, attivati dalla Regione Siciliana […] è particolarmente significativo infatti l’apporto dei Centri per le cure a bassa complessità dedicati a quei pazienti che non necessitano di un ricovero in ospedale pur avendo bisogno di assistenza sanitaria”.
Messina avrà 39 posti t.i., 236 per ricoveri ordinari, 110 a bassa complessità.
Tuttavia l’On.Pietro Navarra (PD), ha sollevato dubbi sulla tenuta del sistema a Messina. L’Ex Rettore ha fortemente criticato la gestione del Policlinico G.Martino da parte del suo successore Salvatore Cuzzocrea e dell’Amministrazione regionale.
Per Navarra “Università e Policlinico non sono stati capaci di allestire, in ben 8 lunghi mesi, i 12 posti di terapia intensiva Covid, previsti dalla programmazione regionale. Infatti, i 12 posti di terapia intensiva di cui parla il Rettore, realizzati al Padiglione C, non sembrerebbero essere attivi. Conseguentemente, la dozzina dei malati Covid attualmente ricoverati al Policlinico in terapia intensiva occuperebbero i letti della terapia intensiva generale, sottraendoli alle emergenze ordinarie dell’ospedale” e in più “I 16 posti di terapia sub-intensiva nel Padiglione C i cui lavori sono stati consegnati recentemente e il cui completamento richiederà almeno qualche mese, sono frutto dell’azione del nuovo Commissario, Gianpiero Bonaccorsi”…
Cuzzocrea aveva risposto che è il padiglione H, che “mette a disposizione posti di rianimazione per pazienti non Covid” assieme al Padiglione F adibito alla TIPO, e chiarito che “Il Policlinico garantisce fin da oggi 86 posti di degenza ordinaria per pazienti Covid, ed è pronto ad arrivare sino a 38 posti di rianimazione per pazienti Covid”.
Aveva risposto a Navarra la stessa Direzione dell’Azienda “Negli articoli di stampa si ipotizza e suppone che i 12 posti di terapia intensiva allestiti al Padiglione C non siano a norma. Tale supposizione è smentita dai fatti, visto che sono stati utilizzati durante il mese di ottobre… In atto l’avvio dei lavori di realizzazione degli interventi previsti dalla normativa nazionale, li ha resi temporaneamente inutilizzabili, richiedendo scelte alternative per fronteggiare l’attuale fase epidemica. L’Azienda ha adottato un piano trasferendo i pazienti COVID dal Pad. C al Pad. E e riservando ai pazienti no COVID altri posti di terapia intensiva in altre aree”.
Conclusioni?
– Conosciamo i numeri del piano regionale per Messina, ma non sappiamo da ed entro quando, dove (in quali ospedali e con quale suddivisione?) e con quali fondi i posti saranno realizzati.
– Sappiamo che i pazienti non Covid sono curati tra il padiglione F ed H, e che quelli Covid precedentemente al C sono adesso al padiglione E. Non ci sarebbero insomma al momento pazienti senza letto o paglioni adibiti a più funzioni contemporanee.
– Sappiamo che al momento ci sarebbero 24 posti t.i. al Policlinico, (implementati da 12 a 24 con il metodo a fisarmonica) perché a dirlo è la stessa nota aziendale già citata, e che probabilmente si passerà da 24 posti a 32/38. Avverrà già da oggi o dal 30 Novembre?
– non è chiaro quando finiranno i lavori al padiglione C…
– Si evince una difficoltà delle Istituzioni che stanno gestendo l’emergenza sanitaria regionale e locale a comunicare numeri chiari e trasparenti. Questo rischia di ripercuotersi sul lavoro d’informazione, perché il giornalismo locale è stato costretto a “dare e fare numeri”, e a volte a dare informazioni imprecise…
Intanto, in attesa di pubblici aggiornamenti, abbiamo chiesto un chiarimento a Regione, Università, Asp e Azienda.