di Domenico Mazza* – Nell’articolo pubblicato due giorni fa, eravamo rimasti con la dettagliata smentita riguardo la ricerca di Gesso. Secondo i ricercatori del grazioso villaggio di Montemare, gli antenati di Jill Biden, la famiglia Giacoppo di cui si parla tanto in queste settimane, era composta da Placido, la moglie Angela e i figli Antonino, Natale, Giovanna e Domenico, quest’ultimo infante e, sempre secondo la ricostruzione degli studiosi di Gesso, nonno di Jill Biden. La sintesi di cui i giornali parlano seguendo la ricostruzione degli studiosi di Gesso è la seguente: la famiglia sarebbe partita nel 1900 da Napoli alla volta di New York per ricongiungersi al capofamiglia Placido, già emigrato negli Stati Uniti. Negli anni successivi avrebbero cambiato il cognome Jacobs per meglio integrarsi e per evitare storpiature. Purtroppo, quanto fatto dagli studiosi, è privo di riscontri e non tiene conto dell’insieme dei documenti storici e dei dati che già circolavano in rete.
Ma andiamo in ordine di smentita. Anzitutto, molti siti di genealogia americani mostravano ben prima del clamore suscitato in questi giorni, che bisnonni di Jill erano Gaetano Giacoppa, detto Guy o Gitano, e Concetta Squadrito detta Jenny. Sempre secondo queste ricostruzioni il bisnonno sarebbe nato intorno al 1856 ed ecco che la mia ricerca approdò al Gaetano Giacoppo, nato il 20 dicembre 1855 a Castanea delle Furie, e la signora Concetta Scaltrito (e non Squadrito), nata a Gesso nel 1865. Nei censimenti pubblicati dal 1900 in avanti e che si allegano all’articolo, è dimostrato che entrambi erano sposi, mutarono il cognome in Jacobs già nel 1900 e “arrotodarono” la propria data di nascita al gennaio 1856 e gennaio 1866, non sappiamo per quale motivo ma probabilmente perché essi stessi disconoscevano la loro data di nascita esatta, infatti era diffuso, soprattutto tra la popolazione più umile, non tenere a mente la data esatta di nascita.
Nella ricerca da me effettuata c’era in verità un punto debole, cioè l’assenza dei nominativi di Gaetano e Concetta dal database del sito internet di Ellis Island che raccoglie tutti i dati dei migranti. Però, grazie ad un documento che sono riuscito a recuperare in seguito, ho potuto appurare che i due neosposi emigrarono alla fine degli anni ‘80 dell’Ottocento in America (Gaetano secondo il censimento del 1910 emigrò nel 1886) molto prima della costruzione della stazione per migranti nel 1892. I dati antecedenti al 1892 sono sparsi e incompleti perché soltanto qualche anno dopo le autorità americane decidessero di organizzare il flusso migratorio a New York.
Da cosa si evince questa ricostruzione? Dal censimento del 1905 della contea di Atlantic che per la città di Hammonton indica che il gruppo familiare con a capo Gaetano Jacobs è composto dalla moglie Concetta, entrambi in Italia e dai seguenti figli: John (1889), Frank (1895), Domenico (1899) e Josephine (1900) tutti nati nel New Jersey.
Non solo, dai risultati di una recente ricerca, si evince in modo palese, il grossolano errore della ricerca di Gesso. Secondo i ricercatori del museo, il Domenico Giacoppo figlio di Palcido e Angela partito neonato per l’America nell’anno 1900 sarebbe quel Dominic Jacobs nonno di Jill Biden, ma la ricerca scientifica e metodologica svolta dal sottoscritto dimostra che il bambino preso a riferimento è deceduto poco tempo dopo l’arrivo negli Stati Uniti. Infatti, il piccolo Domenico Giacoppo, presente insieme al proprio gruppo familiare nel censimento di Hammonton del giugno 1900, è assente per tutti i censimenti successivi (1905, 1910 e 1915). Ciò vuol dire che morì. Sarebbe suggestivo e avvincente pensare che sia fuggito di casa o sia stato adottato, ma soltanto queste ipotesi basterebbero per far crollare quanto ricostruito fino ad adesso.
Possiamo pacificamente affermare che gli studiosi del museo di Gesso hanno sbagliato tutta la loro ricerca genealogica e archivistica. I componenti della famiglia da loro individuata non sono gli antenati di Jill Biden.
Le ricerche archivistiche e genealogiche sono molto difficili, richiedono tempo e costanza. Io stesso, nella ricostruzione del mio albero genealogico, ho prolungato per mesi i tempi della ricerca perché sul nominativo del mio quadrisavo paterno gravavano decine e decine di omonimi. Soltanto dopo 3 mesi, incrociando un nominativo con altri dati provenienti da altri documenti ho potuto finalmente scoprire chi tra i tanti fosse e quindi continuare il mio viaggio nel tempo.