Criticità strutturali, carenza di organico e, in qualche caso, ambienti privi di adeguate condizioni igienico – sanitarie.
È quanto emerge da una recente visita che la Uil Pubblica Amministrazione Polizia Penitenziaria ha effettuato presso la Casa Circondariale di Messina: alla guida della delegazione, il segretario nazionale Armando Algozzino accompagnato da Francesco Barresi e Stefania Russo, rispettivamente segretario territoriale e segretario GAU (Gruppo Aziendale Unitario).
“La visita presso i luoghi di lavoro destinati al personale della Polizia Penitenziaria – afferma Algozzino in una nota – si è svolta all’insegna della massima disponibilità da parte del direttore dell’Istituto Angela Sciavicco e del comandante Antonella Machì, in un clima di collaborazione e cooperazione”.
Al centro dell’attenzione del sindacato, i numeri dell’organico: a fronte di una previsione di 247 unità e di un personale amministrato di 228, si registra una forza operativa di 205, tra uomini e donne, dei quali 160 in servizio presso la Casa Circondariale e i restanti 45 presso il Nucleo Operativo.
La struttura, che può ospitare fino a 312 ristretti, attualmente conta 198 detenuti (164 uomini e 34 donne); 24 sono stranieri e 30 in regime di ordine e sicurezza.
“I detenuti più problematici sono quelli affetti da disagi psichiatrici – afferma il segretario – e la loro gestione viene resa difficile dalle carenze di personale”.
Ad aggravare la situazione, anche il ricorso, da parte del Nucleo Traduzioni e Piantonamenti, a unità in servizio presso l’Istituto.
“Ciò determina servizi promiscui – spiega l’esponente sindacale – che comportano una forte disorganizzazione in termini di programmazione, sia all’interno del Nucleo che nella stessa Casa Circondariale”.
Proprio su quest’ultimo punto, il sindacato chiede interventi urgenti, in una lettera trasmessa ai vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e al Provveditorato della Regione Sicilia.
Sul fronte delle condizioni strutturali, dalla visita del sindacato sono emerse diverse criticità congiuntamente ad alcuni miglioramenti, seppure in considerazione della vetustà dell’edificio, costruito nel 1930.
Se l’ingresso della porta sul lato del piazzale è in fase di ristrutturazione incluso il prospetto, l’altro punto di accesso è invece da anni pericolante e sostenuto da strutture di sicurezza.
Nel cortile antistante la seconda portineria, inoltre, è presente una voragine che crea disagi ai mezzi dell’amministrazione, specie provenienti da altri Istituti, che non sono a conoscenza del pericolo, più consistente a seguito della pioggia.
“Il reparto Cellulare – aggiunge Algozzino – è in discrete condizioni perché restaurato dalla precedente direzione, seppure in economia, ma ha necessità di nuovi interventi manutentivi; il reparto Camerotti, invece, per quanto interamente ristrutturato due anni addietro oggi è chiuso per inefficienze strutturali ed è veramente inaccettabile, anche in considerazione dei fondi pubblici spesi”.
Molto negative le condizioni del Rilascio colloqui, sia sotto il profilo strutturale che igienico: troppa umidità nuoce alla salute del personale.
“Già da quattro anni – precisa – denunciamo questa grave anomalia ma , malgrado le rassicurazioni ricevute, nulla è cambiato: chiediamo al Provveditorato di intervenire rapidamente”.
Alla luce dell’emergenza sanitaria in corso, inoltre, Algozzino chiede ripetuti interventi di sanificazione da parte della ditta esterna incaricata, nella caserma dove il personale pernotta: il cambio delle lenzuola è insufficiente e occorre disinfettare gli ambienti.