La curva dei contagi sta diventando esponenziale e qualche regione pensa già di seguire la Lombardia verso una chiusura totale. Ma c’è qualche evidenza scientifica che condanna lo sport?
Il ministro dello sport Spadafora in vista della nuova battaglia per la difesa di palestre e piscine risponde di no facendo, durante una conferenza con i massimi vertici dello sport italiano, un ragionamento : non è vero che si rischia di più facendo pesi in una palestra a ingresso contingentato che mangiando a tavola con sei persone magari in un ambiente chiuso. Petrucci ha rilanciato: “Ma praticare lo sport non è un regalo, è un diritto”.
Simone Valente, uno dei parlamentari “sportivi” dei 5 Stelle, si chiede: “Come si fanno a prendere decisioni se non si hanno dati chiari sui contagi nel settore, che motivino la sospensione delle attività delle palestre e delle società sportive dilettantistiche?”.
Carlo Tranquilli, il medico che per la Lega Nazionale Dilettanti ha lavorato sui protocolli per l’altro calcio, quello non professionistico: “Quest’idea di uno sport dove va tutto male non corrisponde al vero. Il numero dei positivi è irrilevante rispetto al grande dato di praticanti ed è certamente influenzato da cause estranee allo sport. Anche perché per le partite dei ragazzi abbiamo definito regole rigide: ingressi contingentati, docce a casa, distanziamento fuori dal campo”.