“Il viadotto Ritiro, con i disagi che hanno caratterizzato gli ultimi mesi di mobilità cittadina, è la cartina di tornasole dello stato complessivo delle infrastrutture autostradali della nostra provincia e delle carenze gestionali del Cas – dichiarano Michele Barresi e Angelo Passari, segretari UIltrasporti Messina. Condizioni a cui la politica deve porre correttivi non più rinviabili. Ad oggi, come se nulla fosse, all’utente vengono ancora chiesti 12,6 centesimi di euro a chilometro per percorrere nella A20 gli 8,8 chilometri tra Villafranca e lo svincolo di Giostra, nonostante oltre un terzo di questo percorso, 3 km in direzione Messina e 3,8 in direzione Palermo, siano costantemente percorribili a corsia unica per i restringimenti dovuti ad interminabili lavori.
“Non si può chiedere all’utenza di pagare per un servizio che di fatto non esiste – denuncia la UIltrasporti. Mentre si cercano cause e responsabilità sulle criticità emerse questa estate sul viadotto Ritiro e nelle bretelle di collegamento, allo stesso tempo occorre dare risposte e certezze a centinaia di lavoratori del Cas che da anni reclamano per i propri diritti.
Disagi, rilievi e contestazioni del Ministero, interminabili code e persino le recenti denunce sulle condizioni di sicurezza della rete dovrebbero bastare per spingere il piede sull’acceleratore nella trasformazione dell’ente – continuano Barresi e Passari – da troppo tempo ridotto a carrozzone ad uso e consumo della politica. Più volte abbiamo scioperato per rivendicare il diritto di centinaia di lavoratori, vittime della burocrazia regionale, ad aver riconosciuto il contratto nazionale di categoria congelato da oltre dieci anni – concludono i sindacalisti – ma a fronte delle buone intenzioni del governo regionale ad oggi attendiamo ancora atti concreti che possano dare risposte ai lavoratori sul contratto di lavoro e le assunzioni necessarie per dare un futuro al CAS ed un servizio adeguato ed efficiente all’utenza siciliana”.