di Palmira Mancuso – Non ci abitueremo mai a certa violenza verbale. E certamente non possiamo dare notizia di ogni “uscita” social del Sindaco Cateno De Luca, volta a solleticare gli istinti più bassi di una società messinese che lui vorrebbe fosse tutta rancorosa e poco lucida. Ma questa volta è necessario ribadire che sobillare un popolo alla rivolta non è compito di un sindaco, soprattutto in chiave razzista come è l’intervento per nulla politico, seguito all’ultimo video in cui ha continuato a rivolgersi alla ministra Lamorgese con gli stessi modi che gli hanno valso un processo.
Prima il “caso Bisconte” che è servito solo a creare assembramenti, considerando che la questione è in itinere al ministero e anche il sindaco sa bene che la chiusura dell’hotspot, prevista per il 23 agosto, seguiva delle tappe che il suo spettacolo non ha ne accelerato ne sollecitato.
Adesso è la volta della nave quarantena “Aurelia” che può approdare, stamattina, ad Augusta. A bordo ci sono 273 tunisini. Dopo i rifornimenti ripartirà alla volta di Lampedusa per accogliere altri migranti e alleggerire l’hotspot dell’isola, ormai al collasso.
Ieri la nave è stata al centro di un braccio di ferro che ha visto prima il sindaco di Trapani, del Pd, poi la collega di Augusta, del M5s, emettere le rispettive ordinanze che vietavano lo sbarco di migranti ed equipaggio. Alla polemica si è agganciato Cateno De Luca, ma il suo protagonismo è scaduto nel solito populismo fascioleghista.
“Aurelia approderà a Roma al Parlamento! – ha urlato via social – Ovviamente nessuno pensi dopo Trapani ed Augusta di tentare l’approdo al porto di Messina della nave – quarantena Aurelia perché non mi limiterò a fare solo l’ordinanza sindacale di divieto di sbarco ma inviterò la città alla sommossa con occupazione ad oltranza del baluardo dello Stato in città cioè il Palazzo della Prefettura.
Suggerisco alla ministra Lamorgese di inaugurare un nuovo modello di accoglienza dei migranti dirottando Aurelia su Roma con ospitalità alla Camera ed al Senato”.
La soluzione mediata oggi non è certo frutto di isterismi. Tantomeno delle minacce del sindaco Cateno De Luca. E incitare i concittadini alla sommossa appare piuttosto un reato, visto che poi a certi appelli rispondono persone le cui reazioni sono imprevedibili (e quello che è accaduto a Bisconte è stato solo un piccolo assaggio). Tutto appare collegato, perchè certo linguaggio viene assorbito, e poi viene rigurgitato: come hanno mostrato le scritte razziste che hanno sfregiato il campo di basket regalato alla città dall’ex sindaco Accorinti con parte degli emolumenti di quando sedeva a Palazzo Zanca.
De Luca ha dichiarato di essere solidale con l’ex sindaco, ma qui non si tratta di personalismi: si tratta di pensare ad una città come comunità, e queste dinamiche sono in netto contrasto con l’agire politico del primo cittadino.