Dopo tredici giorni ha deciso di presentarsi, domenica scorsa, spontaneamente, al Commissariato della sua città il turista-testimone del giallo di Caronia. Ha risposto quindi all’appello lanciato dal procuratore di Patti Angelo Cavallo che coordina le indagini sulla scomparsa del piccolo Gioele, quattro anni, e sulla morte della madre Viviana Parisi. Una testimonianza fondamentale, di cui parla oggi il Corriere della Sera che pubblica le parole del supertestimone: «Gioele era vivo, non era ferito, stava in braccio alla madre, in posizione verticale come se volesse proteggerlo. La testa appoggiata sulla sua spalla destra,gli occhi ben aperti».
Secondo quanto emerso dall’inchiesta, il 3 agosto scorso l’imprenditore lombardo stava rientrando al Nord, dopo aver trascorso le vacanze in Sicilia, e seguiva a distanza l’Opel Corsa guidata da Viviana Parisi che, all’interno di una galleria, sulla Messina-Palermo, ha urtato un furgone. L’auto della donna ha proseguito la corsa sino a fermarsi in una piazzola di sosta, poco dopo l’uscita della galleria. È a quel punto che il turista ha visto scendere dall’auto la deejay, con il piccolo Gioele. «L’ho seguita con lo sguardo e l’ho vista scavalcare il guardrail e dirigersi verso la montagna, imboccando un sentiero sopra la galleria», ha spiegato. Il testimone ha un ricordo nitido di quei momenti. «La donna non correva, camminava con passo veloce, ma non sembrava per niente turbata. Ho cercato di seguirla, ma poi ho desistito perché si era formata una coda per l’incidente e stavano per arrivare i soccorsi».