L’Assessore ed ex vicesindaco Mondello risponde a messinAccomuna sulla Variante di Tutela Ambientale al PRG (il “Salvacolline”), ma “con omissioni e imprecisioni che è bene chiarire”. Di seguito riportiamo virgolettate alcune delle dichiarazioni rese alla stampa dall’Assessore, con le opportune precisazioni inviate dagli attivisti del laboratorio politico nato con la partecipazione di alcuni esponenti della precedente amministrazione, spesso chiamati in causa su specifici temi, come ad esempio la tutela del territorio.
“I vincoli all’edificazione introdotti dalla Variante, ove necessari ed indispensabili, esistono già, in virtù di leggi e norme previste a livello statale e regionale”. Non è vero. L’assessore non può non sapere che non esiste nessuno strumento regionale o nazionale che faccia una lettura integrata dei vari livelli di rischio facendone discendere una conseguente valutazione della “propensione al dissesto”, così come fatto nella Variante.
“Nella Variante non c’era traccia di alcuno studio che indicasse quali fossero le aree su cui e come intervenire”. Non è vero (o l’assessore non ha visto la Variante). I vincoli discendono da studi tecnici precisi, (es.: quello dell’ENEA appositamente richiesto), e la Variante modifica la zonizzazione attuale privando di potere edificatorio le aree a rischio (cancella circa 2 milioni di metri cubi di edificabilità sulle colline). Per dare un’idea si tratta di 6.200 appartamenti da 100 mq. Forse il problema è proprio questo…
“Le procedure di trasferimento dei volumi, la perequazione urbanistica, vanno valutate in maniera oculata ed inserite in una pianificazione generale, non certo all’interno di una variante che prevede la pianificazione di una porzione limitata della città”. L’assessore sembra non aver letto, oltre che la Variante, nemmeno lo schema del nuovo PRG (che la Giunta tiene paralizzato da due anni e tre mesi). Non c’è alcun meccanismo di trasferimento o perequazione nella Variante, e la stessa è pienamente integrata e armonizzata nello schema di PRG che a giugno 2018 era già predisposto e adottato dalla precedente amministrazione.
“La variante era condivisibile negli obiettivi di salvaguardare le colline da processi di espansione urbanistica, ma è stato dimostrato che tali processi non si ritenevano necessari, considerato il decremento demografico della città, i costi non sostenibili per le urbanizzazioni, l’ingiustificato consumo di suolo, ecc.”. Qui Mondello supera sé stesso: proprio le ragioni citate dall’assessore (decremento demografico, costi per le urbanizzazioni, eccessivo consumo di suolo) evidenziano l’eccesso delle volumetrie vigenti la necessità di un intervento immediato che le riproporzioni e che eviti costruzioni in zone a elevato rischio, dove è attualmente possibile edificare. La Variante, per quando detto da Mondello, è atto non solo dovuto e urgente, ma anche razionale, urbanisticamente ed economicamente prioritario.
“L’assessore – continua la nota di MessinAccomuna – non parla della grave (e omissiva) scorrettezza amministrativa commessa dall’amministrazione: con due semplici lettere a firma sua e del Sindaco ha evitato che un documento tecnico redatto dagli uffici su mandato del Consiglio (delibere n. 15 del 20/02/2012 e n. 74 del 25/10/2012) venisse consegnato all’organo che lo aveva disposto. E ciò senza che il Consiglio avesse deliberato alcuna revoca dell’indirizzo reso. Né il Sindaco né l’Assessore possono unilateralmente decidere le sorti di uno strumento urbanistico. Nel rispetto delle regole democratiche Variante e schema di massima del PRG devono essere sottoposti all’esame del Consiglio con la massima urgenza, anche per evitare che questo comportamento omissivo abbia come conseguenza il ritardo delle azioni di salvaguardia del territorio e il ripetersi (colpevole, a questo punto) di tragedie che non dobbiamo e non possiamo consentire accadano nuovamente.
Assessore Mondello, chiediamo a lei e al Sindaco non di spiegare (malamente, in verità) le ragioni per le quali ha evitato di portare gli strumenti di pianificazione del territorio, che ha trovato belli e pronti, in Consiglio. Al contrario, le chiediamo di sottoporli al Consiglio che ha sulla materia una competenza esclusiva. E’ un suo dovere. Si confrontati con i consiglieri, insieme a loro valuti gli atti, li discuta, li aggiorni, li migliori e semmai ne chieda la bocciatura (assumendosi tutte le responsabilità del caso), ma non eluda con una lettera (amministrativamente inaccettabile) quello che è un atto dovuto, da compiere nell’interesse della città. Non si faccia tirare la giacchetta da chi pensa ancora che a Messina si possa lucrare sulla costruzione di quei 6.200 appartamenti. Stia tranquillo: come testimoniato dalle approvazioni e attestazioni avute è un lavoro ben fatto. Lo guardi, finalmente, con attenzione; se ne convincerà anche lei”.