Attentato ad Antoci, archiviata l’inchiesta bis: “Fava si dimetta”

Nessun dubbio che quello contro Antoci il 18 maggio del 2016 sia stato un attentato mafioso. A mettere la parola fine alla vicenda, almeno sul piano giudiziario, ci ha pensato la giudice per le indagini preliminari di Messina, Simona Finocchiaro, che ha archiviato la nuova inchiesta sull’agguato all’ex presidente del Parco dei Nebrodi, definendo quelle della commissione antimafia “pure elucubrazioni mentali non corroborate da alcun dato probatorio”.

“Resto allibito della leggerezza e dalla gravità di ciò che scrive la gip, accusando la commissione antimafia di “elucubrazioni” e di “illazioni sul coinvolgimento di Antoci nel falso attentato”: se avesse letto la nostra relazione, la giudice avrebbe visto che scriviamo esattamente il contrario, indicando Antoci come vittima inconsapevole in ogni caso – ha commentato Claudio Fava, presidente della commissione antimafia regionale – Comincio a credere, anche per la reazione provocatoria e scomposta di alcuni senatori oggi in antimafia nazionale, che abbiamo toccato fili scoperti. E in quella rigida chiesa in cui si è ormai trasformata l’antimafia in Italia, non cantare messa con gli altri ma proporre dubbi e formulare domande è un peccato imperdonabile”.

Dal canto suo Giuseppe Antoci chiede le dimissioni di Fava da presidente della Commissione regionale antimafia siciliana: “lo faccia per un atto di dignità e di coscienza – ha dichiarato al Corriere della Sera –  per rispetto dei tanti che per la lotta alla mafia hanno perso la vita, per evitare che l’Istituzione che rappresenta venga macchiata da un’ombra così inquietante e, soprattutto, per chiedere scusa agli uomini della mia scorta lesi dal lavoro della sua commissione, nella loro dignità umana e professionale”.

Antoci ha anche annunciato di aver depositato alla magistratura una corposa denuncia sul lavoro della Commissione regionale siciliana antimafia “al fine di chiarire chi e perché ha ordito questo tentativo di delegittimazione, chi e perché ha esposto ancora una volta la mia persona a rischi elevatissimi, chi e perché voleva fermarmi, chi e perché, facendo questo, ha anche utilizzato le Istituzioni”.

“Ringrazio la Direzione distrettuale antimafia di Messina – dice Antoci — con a capo il procuratore Maurizio De Lucia e i suoi Sostituti per il lavoro che stanno portando avanti, certo che arriveranno anche ad assicurare alla giustizia gli autori dell’attentato mafioso subìto da me e dagli uomini della mia scorta. Ringrazio il Gip Eugenio Fiorentino che ha emesso, da giudice terzo, la prima archiviazione nella quale è stato ricostruito minuziosamente l’attentato. Ringrazio la Gip Simona Finocchiaro, ulteriore giudice terzo, che ha messo la parola fine ad una vergognosa aggressioni subìta dalla magistratura, dalle forze dell’Ordine, da me e dalla mia famiglia, esponendomi ad ulteriori rischi”.

 

 

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