di Michele Bruno – gli attivisti del Meetup dei Grilli dello Stretto hanno organizzato un evento, svoltosi stasera di fronte alla Chiesa di Grotte, sulla passeggiata della Litoranea con lo sfondo sul mare, per commemorare il giudice Paolo Borsellino, morto il 19 Luglio del 1992 per mano della mafia, che voleva eliminare ogni forza dello Stato che si opponesse al suo dominio incontrastato.
I diversi interventi sul palchetto allestito dagli attivisti, davanti a due locandine raffiguranti una i due grandi magistrati, Giovanni Falcone e Borsellino, e l’altra un ritratto artistico del volto della vittima della Strage di Via D’Amelio, hanno nei fatti messo in scena la tragedia della sua morte. Monologhi recitati dagli attivisti che hanno ripercorso, con le parole dei protagonisti della lotta alla mafia, gli ultimi istanti di Borsellino. Presenti molte persone tra attivisti e cittadini, oltre anche ai deputati regionali Valentina Zafarana e Antonio De Luca, che sono anche intervenuti, tutti rigorosamente vestiti con una maglietta rossa creata appositamente per questa occasione.
Tra gli interventi spicca quello dell’attore e regista messinese Daniele Gonciaruk, che ha recitato un discorso in cui Borsellino ripercorre gli eventi che hanno portato alla morte di Falcone, il lavoro che il giudice aveva scelto di realizzare lontano da Palermo, a Roma, al Ministero della Giustizia, per creare strumenti efficaci in grado di sconfiggere la mafia, dal cuore stesso dello Stato. Borsellino si rendeva conto che il suo collega era stato isolato, il suo lavoro screditato, e tracciava la realtà del tradimento dello Stato stesso nei confronti di chi lo stava difendendo.
Vengono ripercorsi anche i momenti più difficili per Borsellino, quelli dei giorni prima della morte, in cui, consapevole di essere anche lui solo, si infuria con il Procuratore Giammanco, per quelle parole enigmatiche “la partita è chiusa”…
E infine l’Agenda rossa, il simbolo di tutto ciò che non è stato detto sulla morte di Falcone e Borsellino, della mancanza di verità e giustizia sulle responsabilità, e molto probabilmente dell’esistenza di una parte dello Stato che ha remato contro e che ha depistato, accusando ingiustamente Scarantino e facendo sparire l’agenda stessa.
Eventi come questi sono necessari e devono essere partecipati e sentiti, che siano organizzati da forze politiche o da altre realtà non importa. E’ necssario mantenere viva la fiamma della memoria, per tenere acceso il fuoco della Verità e della Giustizia, dell’Onestà e del senso di responsabilità nei confronti di noi stessi come cittadini e delle vittime che sono morte per questo.