di Palmira Mancuso – Da Lampedusa abbiamo ascoltato ieri l’appello del presidente della Regione che accogliendo la richiesta del sindaco Martello si è rivolto al Governo perchè venga riconosciuto lo stato d’emergenza per l’isola-frontiera.
Ma quando finiremo di parlare di “emergenza” associandola ad un fenomeno come quello delle migrazioni via mare, che solo nel 2019 ha fatto registrare nel Mediterraneo 1246 morti (fonte OIM,”Missing Migrants”) e che non è più una questione delegata ai territori di frontiera da quando proprio a Lampedusa nel 2013 si registrò la strage di 368 africani provenienti dalla Libia che costrinse la politica europea ad assumersi le proprie responsabilità, o per lo meno a provarci.
Da allora l’Italia, “cattolica” a seconda del Pontefice di turno e che in questo caso non ha certamente seguito gli appelli di Papa Francesco, che proprio a Lampedusa fece il suo primo viaggio appena eletto, ha avanzato come il gambero: fino agli ultimi decreti sicurezza che il Partito Democratico per paura di litigare con gli alleati di Governo, fa finta di contrastare. Fino al paradosso di plaudire all’intervento della Corte Costituzionale che ha dichiarato l’incostituzionalità sulla preclusione dell’iscrizione anagrafica degli stranieri richiedenti asilo, introdotta con il primo “Decreto sicurezza” (dl n. 113 del 2018).
Per usare le parole di Emma Bonino e Riccardo Magi, di +Europa, “ancora una volta il giudizio della Corte costituzionale arriva prima dell’intervento del Parlamento. La Consulta ha sancito la grave incostituzionalita’ del divieto di iscrizione anagrafica per i richiedenti asilo prima che l’attuale maggioranza ponesse rimedio a questa odiosa e discriminatoria misura contenuta nel primo Decreto sicurezza, contro cui ci siamo battuti chiedendone a piu’ riprese lo stralcio. Sorprende un po’ che oggi sia tutto un coro di giubilo per la pronuncia della Corte, anche da parte di coloro che votarono la conversione di quel decreto e che non lo hanno ancora modificato neppure dopo il cambio di esecutivo”.
Tornando a Lampedusa, poi, la vera emergenza per chi vive l’isola resta quella ambientale: altro che paradiso, e i migranti che arrivano (e che restano di passaggio) c’entrano davvero poco. I collegamenti con la Sicilia, la mancanza di un presidio sanitario capace di garantire molti servizi, l’abusivismo e l’assenza di una piano di raccolta rifiuti differenziati sono per la popolazione emergenze quotidiane, in un avamposto di frontiera sempre più militarizzato e sempre meno accogliente anche per i turisti. (credit photo PalmaGiugno2020)