“Il femminicidio è un’emergenza nazionale e strutturale, è un nostro dovere combatterlo” e “Non è mai abbastanza l’abitudine alla sensibilità, in particolare riguardo ad un tema così importante come quello della violenza di genere”. Queste frasi, pronunciate dal Prefetto di Messina, S.E. dott.ssa Maria Carmela Librizzi e dal Procuratore Aggiunto presso la Procura di Messina, dott.ssa Giovannella Scaminaci, racchiudono, in poche parole, il leitmotiv del webinar “La violenza di genere: una “pandemia” silenziosa”. L’iniziativa, svoltasi in diretta social sulla pagina Facebook dell’Ateneo peloritano è stata organizzata, con il patrocinio dell’Università messinese, dalle Associazioni studentesche Claud, I Figli di Ippocrate e Orione.
Insieme alla dott.ssa Librizzi ed alla dott.ssa Scaminaci, all’incontro hanno preso parte il Rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea, la Prorettrice al Welfare e alla Politiche di genere, prof.ssa Giovanna Spatari, l’avv.ta Carmen Currò, Presidente onoraria del CEDAV ONLUS di Messina, la dott.ssa Daniela Cacciola, giornalista della Gazzetta del Sud, il dott. Stefano Ciccone, dell’Associazione Maschile Plurale, la prof.ssa Maria Rosaria Anna Muscatello, docente di psichiatria dell’Università di Messina e, in qualità di coordinatore dei lavori, il Prorettore vicario, prof. Giovanni Moschella. E’ stata, inoltre, molto ampia la partecipazione degli studenti, a cui l’evento è stato rivolto con l’obiettivo di stimolare la riflessione sul tema.
“Ringrazio gli ospiti e gli studenti in collegamento – ha detto il Rettore – per la loro partecipazione a questa importante iniziativa. Grazie in particolare al Prefetto, dott.ssa Librizzi ed al Procuratore Aggiunto, dott.ssa Scaminaci, che con la loro presenza, seppur virtuale per la nota situazione connessa all’emergenza COVID-19, testimoniano ancora una volta l’ntensa rete di rapporti creatisi negli anni fra le istituzioni e sul territorio della provincia di Messina per mantenere alta l’attenzione sul tema della violenza di genere. Si tratta di una piaga della nostra società a cui, a partire dall’impegno propulsivo della prof.ssa Antonella Cocchiara, l’Università di Messina ha rivolto grande attenzione, con iniziative più disparate. E’ quanto mai significativo che ieri siano state nominate due Prorettrici, fra cui la prof.ssa Spatari con compiti connessi proprio alle politiche di genere. Da uomo e da padre di una bambina mi rammarico per questo dramma che ci ha anche toccato profondamente di recente, con la vicenda di Lorena Quaranta. Sono e sarò sempre vicino alla sua famiglia e ritengo ogni forma di violenza inaccettabile. Episodi violenti non dovrebbero verificarsi in una società che si professa civile”.
“Il mio ringraziamento – ha dichiarato la prof.ssa Spatari – va ai ragazzi delle associazioni che hanno lavorato affinché questa iniziativa potesse realizzarsi. Grazie all’impegno della prof.ssa Cocchiara, come ricordato dal Rettore, l’Ateneo si è occupato costantemente della violenza di genere e dal 25 novembre 2018, data in cui è stato siglato il protocollo interistituzionale, questo ruolo ha assunto rinnovato vigore. Già nel 2002, in anticipo rispetto a molti altri Atenei, UniMe si è dotata di un codice di comportamento a tutela della dignità di chi studia o lavora all’Università e nel 2004 sono stati organizzati eventi formativi su vasta scala, con la collaborazione di altre 37 università italiane. Da lì in poi è stato un susseguirsi di eventi, tavole rotonde in giornate significative (ad esempio l’8 marzo) ed un laboratorio di comunicazione sulla violenza di genere da cui è stata esitata una pubblicazione di due corsiste. L’Attenzione rivolta al tema ha prodotto anche il volume ‘Violenza di genere, Politica e Istituzione’ e l’adesione alla campagna di Posto Occupato. In ultimo, desidero ricordare l’istituzione di due Premi di Laurea intitolati alla memoria della prof.ssa Antonella Cocchiara, a cui UniMe deve tutto quanto è stato realizzato. Il bando scadrà il 31 luglio e i riconoscimenti per i vincitori saranno volti alla frequenza di un percorso formativo di approfondimento specifico che verrà, successivamente, individuato dall’Ateneo”.
“Il mio grazie va all’ateneo – ha aggiunto il Prefetto – che nuovamente dimostra la sua attenzione ad un tema così attuale come quello della violenza di genere. Vorrei partire dalla fine, ed in particolare da questi ultimi mesi, per ricordare non solo che anche Messina ha pagato il prezzo di questo dramma con Lorena, ma anche che in città ed in provincia riceviamo una pluralità di atti che fanno riferimento a segnalazioni relative a vicende in ambito domestico. In Italia, nel corso della pandemia tutti i reati sono diminuiti meno quello dei maltrattamenti in famiglia e sono aumentate le richieste al numero anti violenza 1522. Ciò significa che la soglia dell’attenzione deve e dovrà essere sempre massima ed in questo senso il protocollo interistituzionale siglato quasi due anni fa rappresenta per la nostra realtà una garanzia di impegno, testimoniato dal lavoro coordinato che ci ha consentito nel tempo di compiere e consolidare attività di prevenzione, di formazione e di aiuto. In questo senso, oltre all’Ateneo, ringrazio anche il Comune, le Associazioni, i Centri anti violenza che, anche in questa fase contraddistinta dalla pandemia, hanno consentito di rispondere alle nuove necessità emerse, come ad esempio quale di individuare soluzioni alloggiative e nuovi locali qualora qualcuno avesse bisogno di allontanarsi, in sicurezza, dall’ambito familiare. Sono anche lieta di sottolineare che l’Università di Messina, con le sue attività seminariali e formative per gli studenti sta assolvendo pienamente e con rigore all’obiettivo di formare le giovani coscienze. Mi risulta anche che alcune tesi siano state dedicate al tema della violenza di genere”.
“Sono lieta – ha commentato la dott.ssa Scaminaci – di prendere parte a questa iniziativa. Ringrazio l’Università per questo evento formativo e di informazione, ritengo i luoghi di istruzione quelli da cui si può davvero incominciare a prendere consapevolezza sul tema della violenza di genere. E’ stato più volte fatto riferimento al protocollo interistituzionale lanciato dalla Prefettura, ma quest’ultima fa anche molto di più procedendo ad una costante verifica sul territorio di cui essere grati. Di fronte ad una violenza non ci sono parole di conforto o di cordoglio che possano alleviare il dolore dei familiari, ciò che bisogna però sottolineare è che la colpa non è mai di chi subisce. Non esistono raptus, ma crimini ed il colpevole è sempre e solo chi li compie. La violenza di genere è un’affermazione di sé, un’umiliazione dell’altro, anche psicologica oltre che fisica, da combattere con ogni mezzo. Ed ecco perché abbiamo puntato anche sulla formazione delle Forze di Polizia, per far comprendere appieno il fenomeno. Numeri alla mano questa Procura non fa trascorrere più di 48 ore dalla segnalazione per i casi di rilievo. Anche qui ci sono stati, purtroppo, dei casi casi di violenza di genere a causa di segnali o problemi evidenziati in precedenza. Ciò significa che per poter agire i problemi ci devono essere rappresentati ed, in questo senso, ciò rappresenta un appello per ciascuno di noi. Chiunque può venire in soccorso di chi non trova il coraggio o la forza di farsi avanti. Siamo riusciti ad individuare un pesante caso di stalking grazie all’intervento di due amiche che, stufe della situazione in cui viveva una loro amica, sono intervenute segnalando il problema. Esiste anche il codice rosa, che a Messina è stato attivato dalle strutture ospedaliere, destinato alle donne giunte al pronto soccorso con segni di violenza che può rappresentare una possibilità in più ed un aiuto per chi è in difficoltà. A livello nazionale una sensibilità eguale va ancora costruita, ma le istituzioni messinesi sono pronte e attente a tutti i risvolti della violenza di genere”.