di Palmira Mancuso – Il trasferimento non richiesto di una dipendente comunale da un ruolo ricoperto in questi anni con professionalità ed impegno nel dipartimento cultura all’ufficio anagrafe di un quartiere ha scatenato un dibattito sul “metodo” De Luca, che ha polverizzato la progettualità della precedente amministrazione, salvo contare sulla cassa generata da 5 anni (il primo quinquennio di una stessa sindacatura dopo un ventennio di commissariamenti e scandali) di buon governo. Un esempio su tutti il progetto Capacity che ha permesso a molti messinesi di ottenere una casa con relativa foto di De Luca che consegna il contratto, o l’azienda trasporti che contava su un parco macchine vuoto e che De Luca si è ritrovata con mezzi e uomini, salvo procedere ad una liquidazione con molte ombre (come dimostra anche la sentenza del Tribunale di Messina che lo scorso 4 luglio ha condannato l’Assessorato ai Trasporti della Regione Siciliana a corrispondere all’ATM ed al Comune di Messina (che riverserà ad ATM), a titolo di differenze contributo chilometrico per gli anni dal 2012 al 2016 l’importo complessivo di circa €.10.000.000, oltre IVA (sulle somme dovute al Comune) ed interessi).
A lanciare l’allarme su uno spoils system non previsto da alcuna normativa, è l’Osservatorio Cub che si domanda “quale attinenza ci può essere dall’organizzazione di eventi culturali e promozione di attività giovanili, con l’attività burocratica di un ufficio circoscrizionale?”, denunciando il caso dell’ultimo spostamento in ordine di tempo deciso a palazzo Zanca, l’ennesimo che tocca guarda caso dipendenti, funzionari, dirigenti, che hanno avuto a quanto sembra il torto di essersi particolarmente impegnati negli anni della precedente amministrazione e che proprio per questo sembrano ora essere presi di mira dai nuovi inquilini del palazzo.
A solidarizzare con la dipendente comunale anche parte del mondo culturale cittadino. E un post su facebook dell’artista Michela De Domenico spiega a tutti il perchè:
“Le riconoscete? Sono alcune delle opere del progetto DISTRART che, ormai da qualche anno, abbelliscono e rendono la nostra città caso studio internazionale per un riuscito connubio tra arte e amministrazione (MAXXI, Fondazione Focus, ecc.). Ebbene dietro al progetto Distrart, ma anche Gemine Muse, La biennale d’arte del Mediterraneo, Moving ‘up, Arte e caffè a cielo aperto, ecc. c’è sempre stata una persona, Enrica Carnazza, responsabile dell’Ufficio Film Commission e del GAI (Giovani Artisti Italiani) della Città di Messina, punto di riferimento da almeno 25 anni per i giovani artisti che hanno potuto portare le proprie opere su palcoscenici di livello internazionale. Quindi si potrebbe dire che Enrica sia un’eccellenza della nostra città, che da semplice impiegata comunale è riuscita, tra indicibili ostacoli, a rendere Messina un fiore all’occhiello nel campo dell’arte. Oggi invece Enrica viene trasferita, con un incomprensibile decisione, all’anagrafe di quartiere, non tenendo minimamente conto delle esperienze e delle competenze uniche accumulate in questi anni e dei tanti progetti ancora in corso. Da lunedì la cultura e l’arte in questa città saranno più povere…poveri noi…”.
La dipendente comunale non ha certo richiesto l’intervento di “sostenitori” ma nonostante qualcuno dentro il Palazzo pensi che a Messina non esista opinione pubblica o sensibilità artistica o riferimenti culturali, la solidarietà spontanea ad Enrica Carnazza nasce per il lavoro svolto e per difendere la storia di una donna che rompe il clichè dell’impiegato pubblico siciliano, che fa il minimo sindacale per sentirsi a posto con la coscienza quando ce l’ha.