di Michele Bruno – “Sul ponte sullo Stretto di Messina e’ in corso un approfondimento che richiede un’attenta valutazione delle problematiche tecnico – costruttive, delle ricadute occupazionali, ambientali e trasportistiche e, piu’ in generale, degli esiti di una puntuale analisi costi/benefici. A questo seguira’ una compiuta verifica e valutazione dell’opera da parte di tutte le forze politiche e dei territori interessati”. Queste le parole del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli in question time al Senato, la quale ha spiegato che “al termine di questa analisi, che potra’ durare qualche mese, potra’ essere assunta la decisione relativa all’eventuale realizzazione dell’opera e conseguentemente al finanziamento complessivo”.
Potrebbero essere dichiarazioni che faranno scalpore, soprattutto tra gli esponenti pentastellati del Governo e della maggioranza, i più ostili all’opera che ormai è diventato un mito per alcuni, uno spauracchio per altri.
A riportare in voga una parola d’ordine che sembrava ormai passata di moda è stato l’ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che ci riprova una seconda volta, dopo i tentativi durante il suo Governo. “Per vincere la sfida della povertà – ha detto il Senatore di Rignano – serve più il ponte sullo Stretto che il reddito di emergenza“, concludendo che “Il ponte ai nostri figli costerà di più se non si fa”.
Da qui è partito il caos nella maggioranza, con un dibattito che ha coinvolto esponenti del PD e del M5S.
l’attuale Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a seguito delle dichiarazioni del segretario di Italia Viva, rispondeva il 3 giugno, in conferenza stampa, a chi domandava se avesse valutato di programmare i lavori per il Ponte sullo Stretto “Non voglio declamare opere immaginifiche. Non a caso ho parlato di una rete infrastrutturale-viaria che è inaccettabile. C’è tanto da fare e quando avremo la possibilità di programmare e realizzare i progetti che ho citato, mi sederò a un tavolo e senza pregiudizi valuterò anche il ponte sullo Stretto”.
Tradotto ” ci sono opere più importanti cui dare la priorità, il Ponte non è all’ordine del giorno”.
Non sono mancate le reazioni degli esponenti pentastellati della maggioranza. Cercando di chiarire la posizione di Conte, ma in realtà creando confusione e mettendo in difficoltà i suoi stessi colleghi del Movimento, il Viceministro Cancelleri aveva twittato “Ponte sullo Stretto sia tassello di un quadro generale importante. No a cattedrale nel deserto che collega il nulla, ma opera che corona un coraggioso PROGETTO SUD”. E’ apparsa a molti infatti una sorta di infelice apertura.
L’ex ministra della Salute e deputata del Movimento 5 Stelle, Giulia Grillo, aveva risposto in maniera molto chiara all’ipotesi renziana. Da catanese, Grillo lo Stretto di Messina lo conosce bene. Nel 2016 la deputata presentò un esposto proprio contro il Governo Renzi e proprio per l’ipotesi di avviare i lavori per la sua realizzazione.
Intervistata da Fanpage.it, Grillo ha definito il Ponte “una proposta ideologica e fatta da chi probabilmente non conosce quel territorio”. Per la deputata M5S la questione del Ponte sullo Stretto è diventata una sorta di bandiera di partito, ma il Governo e la maggioranza non avrebbero portato fino in fondo la discussione. Per l’esponente siciliana di M5S è una “classe politica miope” e “a corto di idee” quella che si appoggia ancora a idee nate negli anni ’80. Chiedendosi se “è possibile che – riferimento ad alcuni esponenti della maggioranza, come lo stesso Renzi – non abbiano altre idee per creare lavoro e occupazione se non con le grandi opere?” Grillo ha fatto intendere che non vede nel Ponte un progetto che possa portare occupazione e sviluppo in Sicilia. Ritiene inoltre che l’alta velocità non debba dipendere dal Ponte e che sarebbe inutile come strumento per ridurre l’inquinamento, dal momento che passa per quella che definisce “una riserva naturale”.
La speranza, per l’ex ministra, è che agli Stati generali dell’economia annunciati dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ci sia un vero confronto sulle proposte realmente utili per far ripartire il Paese.
Grillo si diceva convinta, nell’intervista, che bisogna “pensare – per i trasporti marittimi – a una modalità più simile a quella dei laghi“, perché una caratteristica delle acque dello Stretto è a suo dire che sono calme come quelle dei laghi, aggiungendo che non si possa pensare solo ai trasporti, perché “Il progetto di mobilità deve essere integrato con quello turistico, crocieristico, con le altre attività economiche che si possono sviluppare sul territorio”. Altro problema connesso sarebbe quello di “far emigrare le famiglie che abitano in quelle zone, che sono ampiamente popolate” e che altre difficoltà verrebbero dai collegamenti autostradali. Infine per Grillo il Ponte “dovrebbe costare 4-5 miliardi, ma con le opere accessorie si arriverebbe anche a 20 miliardi“.
Più diretto di lei è stato il Sottosegretario agli esteri M5S Manlio di Stefano, il quale, intervistato alla trasmissione radiofonica “Un giorno da pecora” ha definito il Ponte sullo Stretto “senza pregiudizi ideologici…una cazzata!”
Le cose sembrava si fossero acquietate soprattutto dopo le parole di Conte, che avevano tranquillizzato gli esponenti M5S più vicini agli ideali originari dell’ex Movimento di Beppe Grillo.
Ma a riaprire il dibattito, negli ultimi giorni, ci ha pensato il Ministro della Cultura e del Turismo Dario Franceschini
“L’alta velocità non si può fermare a Salerno ma deve arrivare in Sicilia” ha detto Il Ministro in una intervista a Sky TG24. Alla domanda se quindi il Ponte sullo Stretto di Messina sia da costruire, il ministro risponde: “Se il treno dell’alta velocità deve arrivare in Sicilia deve attraversare tre chilometri di mare… in qualche modo deve attraversarli”. L’approccio alla questione ponte, però, per Franceschini va cambiato.
“In passato il ponte sullo Stretto è stato un oggetto ideologico, in cui si era a favore o contro, e nella progettazione precedente era buttato lì senza un progetto strategico.
Io lo rovescio – riferendosi a questo approccio – l’alta velocità deve arrivare a Reggio Calabria, a Catania, a Palermo e Messina e quindi bisogna attraversare lo Stretto, ma è la conseguenza di una scelta strategica”.,
Immediata è stata la reazione dei rappresentanti di Forza Italia che hanno esortato il ministro a votare gli emendamenti al decreto rilancio di FI.
Tra queste la messinese Matilde Siracusano che ha esordito “Le parole del ministro Franceschini sono importanti e non vanno assolutamente sottovalutate”.