di Michele Bruno – Lo scorso 6 Maggio, l’attivista ambientalista Francesco Greco ha depositato un esposto alla Procura della Repubblica denunciando il grave stato di degrado ambientale e il frequente scarico di rifiuti di ogni tipo nei torrenti della Città, in particolare il torrente Santo Stefano.
Situazione che si è amplificata durante il periodo dell’emergenza Covid-19. La segnalazione è stata anche inviata ad altre istituzioni, competenti per il loro ruolo, tra cui gli organi di Polizia, l’Arpa e il Comune, con annessa richiesta di installazione delle cosidette fototrappole.
La denuncia ha avuto un forte seguito anche mediatico, con la diffusione di un video sui social, che ha superato le 5mila visualizzazioni.
Appello per la salvaguardia e riqualificazione dei torrenti
Publiée par Francesco Greco sur Lundi 15 juin 2020
Così esordisce nel suo appello, inviato alla stampa:
“I torrenti sono una risorsa importantissima per il territorio e l’ecosistema, in condizioni di naturale efficienza permettono il ciclo dell’acqua, il mantenimento di habitat e biodiversità, la mitigazione del rischio alluvioni, il ripascimento delle spiagge e non per ultimo l’opportunità di occasioni turistico-ricreative.
In oltre vent’anni di incuria e inefficienze amministrative – prosegue Greco – il Torrente Santo Stefano è diventato l’emblema di una risorsa bistrattata, al punto di renderlo una vera e propria discarica a cielo aperto per quasi tutta la sua estensione, porto franco per cittadini incivili e impresari senza ritegno che vi riversano dai sacchetti di immondizia domestici, ai materiali di risulta edilizi, fino a materiali speciali quali elettrodomestici, copertoni ed il pericolosissimo amianto”.
“Negli anni passati è vero che non è mancato l’impegno da parte di Associazioni e Comitati, una voce che – si rammarica Greco – oggi si è affievolita di fronte al muro di gomma dell’inconcludenza di tutti gli amministratori che si sono succeduti nel tempo. Questo clima di rassegnazione mista all’omertà, ha portato ad una proliferazione incontrastata del fenomeno dell’abbandono dei rifiuti sull’alveo del torrente Santo Stefano e tanti altri torrenti, una situazione non più tollerabile nel 2020 considerata la comodità del servizio porta a porta e la disponibilità di numerosi centri di raccolta. Da considerare inoltre le tecnologie oggi a nostra disposizione, che faciliterebbero azioni di controllo e contrasto a questo vero e proprio abuso”.
“Sono convinto che la maggioranza dei cittadini dei luoghi interessati – tiene a dire – sia gente civile e per bene, che preferisce la legalità all’illegalità, la pulizia alla sporcizia, che preferiscono lasciare un futuro e un ambiente sostenibile alla devastazione dell’inquinamento”.
“I Torrenti – spiega – spesso fanno parte di quei corridoi che portano ad un tesoro comune della città, come dei villaggi e delle periferie che hanno un’unica identità e un unico momento di sintesi: il patrimonio dei Monti Peloritani”.
“La gravità della situazione impone di portare avanti insieme con determinazione, collaborazione e impegno questa battaglia di civiltà.
Chiamo a raccolta – conclude l’attivista – le associazioni, i comitati, gruppi di cittadini affinché la nostra voce sia più forte di quella degli incivili e possa rompere il muro di indifferenza delle istituzioni che dovrebbero rappresentarci.
Una presa di coscienza collettiva, una risposta e una ribellione di massa sicuramente ci porterà a cominciare ad avere delle risposte e poter combattere con più forza ed efficacia questa lotta”.
Ci viene comunicato che è possibile scrivere a questa mail per rispondere all’appello: