di Luana Spanò – Oggi, in apertura di seduta del Consiglio Comunale, il consigliere Erika Pajno ha annunciato la scissione dal gruppo Fiducia e Futuro, decidendo così di lasciare la maggioranza. Alla base ci sarebbe la poca considerazione del primo cittadino nei confronti dei consiglieri che, sempre secondo Erika, svolgerebbe il suo operato come un uomo solo al comando: “Le ragioni della risoluzione in argomento sono da ricondursi alla ferma volontà di dissociarmi da una compagine amministrativa che, manchevole di una visione programmatica, opera nell’emergenza a suon di ordinanze contingibili e urgenti e di affidamenti diretti di qualche intervento manutentivo – pur utile – ma di modesta rilevanza; prassi che si colloca temporalmente molto prima dell’inizio dell’attuale emergenza sanitaria.
Un’Amministrazione che, nella persona del primo cittadino, non si apre al confronto con i consiglieri comunali – e non solo – salvo che in rare e centellinate occasioni.
Tutto tace davanti alla chiusura di uffici pubblici essenziali, di fronte al depotenziamento di settori nevralgici quali sanità e giustizia. La fiscalità comunale annaspa e ognuno si affretta a scrivere pec per sgravarsi da eventuali responsabilità.
In questo clima, non solo non c’è attenzione alla crescita infrastrutturale – negli ultimi 8 anni le uniche opere messe in cantiere rappresentano, alternativamente, o il completamente di pregresse progettazioni o il mero ripristino dello status quo ante alterato da calamità naturali – ma è significativamente carente anche la dedizione alla manutenzione ordinaria del nostro territorio.
Senza tralasciare che la programmazione turistica è un’utopica distorsione della realtà per questa Amministrazione che cambia gli assessori al ramo alla velocità della luce e non offre al comparto un interlocutore istituzionale che sia in grado di far fronte alle esigenze presenti e future del settore.
La fiducia e il futuro, che sembravano essere i pilastri di questo progetto amministrativo di cui mi fregiavo con orgoglio di fare parte, sono scomparsi dietro lo sguardo basso di un uomo solo al comando o che, più propriamente, come tale si atteggia.
Mi congedo da tale visione amministrativa, costellata da errori di merito e di metodo, restando a disposizione della mia collettività, guidata solo dalla forza delle mie idee e sempre aperta al confronto e alla collaborazione con chi condivide con me questo impegno civico”.
Non tarda ad arrivare la replica del sindaco di Lipari Marco Giorgianni che definisce quella di Erika una decisione tardiva: “Non posso far passare senza commento la nota del Consigliere Erika Pajno. Non mi sorprende tale decisione, anzi la trovo tardiva, e colgo l’occasione per ringraziare il consigliere Pajno per aver fatto chiarezza sulla sua volontà di seguire non un uomo ma un percorso a cui già da molto tempo ha fatto mancare il suo sostegno.
Tuttavia, pur nel massimo rispetto della libertà di ciascuno di prendere le decisioni che ritiene più giuste, non trovo corretto né qualificante il dover trovare sempre un capro espiatorio a cui addebitare ad ogni costo le responsabilità delle proprie scelte.
Il consigliere Pajno dimostra poca memoria e molta leggerezza nel momento in cui afferma che “tutto tace” rispetto alla chiusura di uffici pubblici essenziali, alle problematiche di tribunale e ospedale, tenuto conto che lei stessa è sempre stata parte di primo piano sia nel caso del tribunale, rispetto a cui, considerata la chiusura di migliaia di sedi in tutta Italia, il risultato ottenuto da questa Amministrazione è evidente (pur con alcune criticità ancora in corso) sia nel caso dell’Ospedale, rivestendo la qualità di Presidente della Commissione Consiliare sulla Sanità, che l’ha portata a condividere e condizionare tutte le battaglie portate avanti dall’Amministrazione.
Allo stesso modo, il Consigliere Pajno contrappone una visione programmatica amministrativa all’emissione di ordinanze contingibili e urgenti da parte del Sindaco non tenendo conto, invece, che proprio quelle ordinanze emanate sotto la mia piena responsabilità e consentite per questo dalla legge hanno dato modo di affrontare le numerose emergenze – certamente non determinate da questa Amministrazione – con tempestività e determinazione, come da più parti – va detto – ci stato invece riconosciuto.
Ed è falso, assolutamente infondato, quanto viene attribuito a questa Amministrazione in ordine alle opere pubbliche e agli investimenti infrastrutturali: siamo disponibili, se il consigliere lo vorrà, a fornirle dovuta documentazione come sempre fatto, anche in apposite commissioni consiliari convocate a questo scopo o come ho fatto oggi stesso in Consiglio, relazionando sulle tante opere in corso per le strutture portuali e gli obiettivi raggiunti in questo campo, solo a titolo di esempio, senza ricevere alcun appunto.
Il Consigliere Pajno attribuisce, poi, a un uomo solo al comando con lo sguardo basso l’incapacità di valorizzare la squadra operativa, eppure tale accusa proviene da chi sin dal primo giorno di mandato, senza aver ancora dimostrato alcunché, è stata valorizzata con la carica di Vice Presidente del Consiglio Comunale, con un investimento di fiducia per nulla scontato da parte della maggioranza che le ha voluto attribuire questo ruolo; una maggioranza che lei oggi definisce priva di compattezza e di una visione di insieme, cosa che mi fa supporre che per coerenza il Consigliere, oltre ad abbandonare detta maggioranza, abbandoni parimenti la delega e la responsabilità conferitole.
Un altro interrogativo mi sorge spontaneo, ovvero come mai il Consigliere che oggi lamenta le azioni e le non azioni dell’Amministrazione degli ultimi 8 anni, abbia deciso, dopo i primi 5 anni di questi 8, di insistere per la sua candidatura e per il suo inserimento in questo progetto politico, oggi abbandonato formalmente, guidato a suo dire da un uomo con l’unica caratteristica della predisposizione al comando.
Faccia anche autocritica il consigliere Pajno, con la stessa severità e la stessa misura con cui nella sua dichiarazione emette sentenze sull’operato della Giunta, del Sindaco e della maggioranza – così come io, a dispetto di quanto sostenuto dalla stessa, sono solito fare- assumendosi le responsabilità per le scelte e per le determinazioni, per le motivazioni e le valutazioni e ancora per la capacità di confronto, di rispetto dei ruoli e di condivisione di un progetto ma anche del saper essere incisivi all’interno del progetto stesso, invece di scegliere la strada più facile: cercare alibi addossando colpe ad altri, evitando così di mettere in discussione se stessi e il proprio operato.