di Michele Bruno – Nei giorni scorsi sono apparsi dei nuovi pezzi di Street art, realizzati dalla stessa mano, raffiguranti abbracci e diverse opere a tema antifascista, a Lamezia e a Messina, contro il sessismo, lo specismo, il razzismo, (tema caldo dopo l’ondata leghista anche al Sud e l’omicidio di George Floyd). Si vedono raffigurati bambini, donne, uomini e anziani, alcuni disegnati a volto scoperto, altri con la mascherina, altri ancora addirittura con la maschera antigas.
Questo progetto prende spunto dalla Pandemia del COVID-19 e l’esperienza dell’isolamento e il distanziamento sociale. “La distanza tra persone non si è creata ieri. Questa del coronavirus è solo l’ennesima batosta” spiega l’attivista e street artist che si firma Simona con la a di anarchia. “Quello dell’individualismo e della paura dell’altro è un fenomeno che porta i soggetti non conformi ai modelli proposti nella nostra società ad essere emarginati. Le distanze, la diffidenza, le abbiamo vissute e continuiamo a viverle, con il razzismo che ogni giorno viene foraggiato da soggetti che dovrebbero indirizzare la collettività verso una coesione pacifica e gioiosa e invece portano avanti la bandiera della diseguaglianza”.
“Una certa classe politica – afferma Simona – ha compreso che separare funziona e alimenta la paura col fine di portare avanti la propria campagna elettorale. In questa emergenza, abbiamo visto come i soggetti più deboli vengano continuamente vessati, basti pensare ai diversi episodi di senza tetto multati perché non hanno una casa. Capita ancora di assistere a gesti di solidarietà e vicinanza, ma l’unione tra persone e l’empatia si fanno sempre più miraggi lontani, ecco perché il messaggio del volersi bene e fare gruppo diventa oggi di fondamentale importanza.
È proprio questa la chiave di lettura di questo nuovo progetto di urban art, riabbracciarsi, esercitare gesti di amore e gentilezza gratuiti, non solo coi nostri affetti più cari, perché la nostra famiglia è l’altro e la nostra patria è il mondo intero”.