di Michele Bruno – il Presidente della Regione Nello Musumeci ha emanato delle disposizioni per un disegno di legge da inviare all’Assemblea regionale siciliana con cui, nel primo di 12 articoli, viene prevista la dichiarazione dello Stato d’emergenza a seguito di calamità naturali, anche a seguito di disposizioni nazionali (rispetto alle quali essa non può essere in contrasto), per permettere interventi urgenti a seguito dell’emergenza Coronavirus, che pure apparentemente si avvia verso la sua conclusione. Già da tempo, almeno a partire da Aprile, il Presidente aveva annunciato di voler procedere in tal senso, e sin da subito ci sono state critiche, come quella del PD Giuseppe Lupo.
Il disegno, prevede anche norme per la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e dei rapporti tra la Regione e gli enti locali, il dimezzamento dei tempi per richiedere pareri, autorizzazioni, concessioni, licenze, permessi e altri provvedimenti, la produzione di testi unici per raccogliere le norme precedenti e sostituire e abrogare quelle ormai superate, in modo da semplificare la normativa e la burocrazia. Il punto contestato però è appunto l’articolo uno sullo Stato di emergenza, che si appoggia al Codice di Protezione Civile (decreto nazionale del Gennaio 2018).
Questa norma permette al Presidente di sostituirsi per il periodo di durata dello Stato d’emergenza agli enti locali. Il disegno prevede infatti la nomina di commissari delegati dalla Regione che possono sostituirsi anche ai sindaci e in generale all’amministrazione ordinaria nella gestione dell’emergenza sanitaria ed economica e nel merito della Protezione civile. Prevede anche la possibilità di nomina di Commissari straordinari per l’applicazione dello Sblocca cantieri.
Pippo Zappulla, segretario regionale di Articolo uno in Sicilia, ha sentito di dover intervenire in risposta al provvedimento “I pieni poteri al Presidente della giunta regionale, pretesi in caso di emergenza sostitutivi delle competenze e prerogative dei Comuni e dei sindaci, sono un atto volgare e tutto ideologico di violazione degli elementari equilibri democratici. Le ultime vicende giudiziarie, che hanno coinvolto il sistema degli appalti nella sanità e la gestione dei rifiuti, stanno semmai a dimostrare che in Sicilia c’è più bisogno di regole trasparenti e di tenere ancora più alta l’asticella della legalità e della vigilanza democratica».
“Le forze politiche, economiche e sociali – conclude Zappulla – che hanno a cuore gli interessi e i diritti dei siciliani chiedano con forza che quel disegno di legge venga ritirato”.
Oltre quanto espresso da Zappulla, ci si potrebbe chiedere se questi interventi siano necessari adesso, in un momento in cui l’emergenza pare aver superato il suo momento più drammatico, e se al contrario non possa essere il momento in cui Regione e Sindaci debbano riflettere insieme su come fronteggiare al meglio la crisi economica che si profila. Avrebbero avuto probabilmente una maggiore giustificazione ad esempio tra Marzo e Aprile, periodo in cui la notevole sovrapposizione di ordinanze sindacali e regionali ha portato molta confusione tra i siciliani.