Cateno De Luca, i limoni e la fedeltà alla città di Messina

di Palmira Mancuso – Diversi amici mi hanno chiesto se avessi informazioni su “che fine ha fatto Cateno De Luca”, che di settimana in settimana ha iniziato un personale lockdown annunciando il suo rientro a Palazzo Zanca per il prossimo 15 giugno. Ovviamente la domanda non è rivolta a conoscere quello che lo stesso sindaco vuole trasferire ai suoi fan: per quello basta raggiungere la sua pagina facebook e seguire il percorso bucolico intrapreso nella sua Fiumedinisi, centimetro dopo centimetro… di barba (e che noia ndr).

L’ultima immagine lo ritrae a custodire un albero di limoni, facendoci pensare a Ladone, il drago dalle 100 teste che non dormiva mai, fino a quando non arrivò Ercole ad abbatterlo in una della sua mitiche fatiche. Tuttavia il limone è anche simbolo di fedeltà amorosa, per la sua proprietà di produrre frutti durante tutto l’anno: eppure a Messina, persino tra i suoi consiglieri comunali più fidati, si insinua prepotente il sospetto che sia passato l’innamoramento per il mandato di primo cittadino, delegato ormai al fedelissimo Salvatore Mondello, al pari di una gestione Fenapi “qualsiasi” che è stata amministrativamente trasposta all'”azienda Comune”.  E se non è un segreto che l’esperienza nel sindacato fondato da De Luca abbia contribuito a fare di lui il deputato siciliano più ricco nel 2018,( dichiarando oltre 600 mila euro in un anno) non è neppure un segreto che il vicesindaco sia il Responsabiile dell’area tecnica e dell’ufficio di prevenzione e protezione dalla Fe.N.A.P.I. Services Italia S.r.l. la società a responsabilità limitata della Fenapi Group, ne che ad esempio Valeria Asquini, presidente della Messina Social City,  sia psicologa e attuale presidente del circolo Fenapi Messina Dante.

Se il “mito” della fondazione del sindacato, che ha portato Cateno De Luca a “girare l’Italia con la valigia di cartone, sulla mitica Opel corsa rossa 1200 iniezione”, ripresa nel suo ultimo post tra i limoni, può eventualmente certificare una certa capacità di amministrare soldi pubblici, resta tutta da dirimere la questione politica.

Durante questo periodo di silenzio sui temi, e di ingiustificabili assenze non solo a Palazzo Zanca ma anche nei tavoli nazionali preposti, (non è la prima volta dall’inizio della pandemia,) la politica non si è fermata e le ultime mosse nell’area di centro destra a livello regionale, bacino naturale di De Luca nella corsa a Palazzo dei Normanni (una pagina social è stata creata il 24 marzo, in piena pandemia, un’altra il 4 aprile) aprono all’interpretazione.

Il “ritiro” di Cateno De Luca appare una forma di “messa alla prova” dopo la ingestibile condotta tenuta durante il lockdown, di cui si è occupato persino il Corecom stigmatizzando le dirette fiume sostitutive di alcuni tg messinesi. 

Sono i suoi alleati politici che gli hanno imposto di calmare i bollenti spiriti per permettere che più moderati (solo verbalmente s’intende) attori conducano in porto gli accordi che permettano una scalata condivisa alla Regione? Del resto Musumeci definendo con l’ingresso in giunta di Samonà i rapporti con la Lega in Sicilia potrebbe giocare un brutto scherzo a De Luca, che pretendendo di mostrarsi “da solo” comincia a deludere le aspettative anche di quelli che lo hanno aiutato nella sua corsa a Palazzo Zanca (e non dimentichiamo il passaggio del suo “rivale” candidato sindaco Dino Bramanti, alla Lega di Salvini all’indomani del voto, un posizionamento che oggi ha un valore in più).

Vi è pure l’attesa per un eventuale ruolo di commissario straordinario per il risanamento, e con la creatura Arisme protagonista, che sancirebbe il risultato politico all’incasso di Forza Italia, un incasso per De Luca che due anni fa con le elezioni europee ha stretto attraverso la candidatura di Dafne Musolino.

Insomma la narrazione agreste non convince affatto. E soprattutto non sarebbe accettabile per un “animale politico” come De Luca, che in queste settimane sembra un leone in gabbia, mentre altri domatori sferzano il circo. Con grave danno per gli spettatori tutti comunque paganti.

 

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