di Luana Spanò – Nella mattinata del 28 maggio a Lipari sono stati necessari ben tre interventi in elisoccorso. Uno dei quali è stato richiesto per una donna con problemi cardiaci.
La donna di 83 anni si era recata in ospedale per degli accertamenti, manifestando da un po’ di tempo un particolare senso di affaticamento.
Indipendentemente da prenotazioni, richieste, procedure burocratiche e visite cardiologiche non ritenute indifferibili, il cardiologo in servizio non si è limitato ad effettuare la visita generica e l’elettrocardiogramma, ma ha ritenuto necessario effettuare anche l’ecocardiocolordoppler.
Durante la visita è stato scoperto un problema, per il quale la donna era in imminente pericolo di vita. Immediatamente il cardiologo, dopo aver contatto i colleghi dell’UTIC del Papardo di Messina, ha richiesto l’intervento dell’elicottero. A Messina è stata confermata la stessa diagnosi, la signora è stata sottoposta a terapia farmacologica ed è monitorata 24 ore su 24 in attesa di probabile intervento cardiochirurgico.
A raccontarci questa storia è il Comitato l’Ospedale di Lipari non si tocca: “Non è la prima volta che a Lipari si riscontrano eventi clinici di tale gravità che SOLO PER CIRCOSTANZE FAVOREVOLI, QUASI FORTUITE, possono essere trattate con la dovuta perizia e competenza, offrendo la possibilità di salvare vite umane. Le nostre vite umane.
Da quando è operativo il servizio di cardiologia in convenzione con l’Ospedale Papardo, attivo purtroppo solo nelle ore diurne, e non di domenica, di casi strappati ad evoluzione infausta se ne contano parecchi.
La realtà del nostro Ospedale è estremamente complessa, troppo spesso ci si deve arrangiare alla meno peggio per mancanza di mezzi e personale specializzato.
La convenzione tra l’Ospedale di Lipari e la Cardiologia dell’Ospedale Papardo ha in parte risollevato alcune criticità e sta sicuramente migliorando la qualità dei servizi, ma ciò non basta! Insomma ti deve andare bene, perché quasi quasi devi essere fortunato e trovarti lì al momento giusto.
Ricordiamo che in forza, presso il nostro ospedale, al momento vi è solo un cardiologo.
E allora ci domandiamo:
1) Che cosa sarebbe accaduto, se questo caso si fosse presentato di domenica o durante le ore notturne, quando presso il nostro ospedale non è prevista alcuna prestazione specialistica?
2) Come è possibile affrontare i problemi in termini di approfondimenti diagnostici su soggetti a rischio in mancanza di semplici apparecchiature di fondamentale necessità per la cardiologia (tapis roulant per test ergometrico, cyclette, holter cardiaco, holter pressorio)?
3) Perché continuano a precludere a noi isolani, a noi eoliani, la possibilità di usufruire di servizi sanitari che dovrebbero essere garantiti uniformemente su tutto il territorio nazionale?
4) Quanto, in termini ovviamente economici, ma non solo, si potrebbe risparmiare nell’evitare trasporti spesso inutili, effettuati solo per precauzione o per incertezze diagnostiche?
Sarebbe ora di tradurre le parole in fatti, perché la soluzione è dietro la porta.
Evitiamo di continuare a rimandare, qui parliamo della nostra Salute, della nostra Vita. Vogliamo poter parlare più spesso di casi come questo, di buona Sanità, di Sanità Eoliana, ma per farlo abbiamo bisogno di personale e di strumentazione, ma soprattutto abbiamo bisogno che ci sia la volontà reale di far funzionare le cose”.