Il gup di Messina ha condannato a 20 anni di reclusione i tre extracomunitari ritenuti gli autori di una serie di torture, avvenute nei campi di concentramento della Libia, perpetrate nei confronti di decine di migranti che successivamente si erano imbarcati su natanti di fortuna alla volta dell’Europa. Si tratta di Mohammed Condè, detto “Suarez”, originario della Guinea, di 27 anni, Hameda Ahmed, egiziano, 26 anni e Mahmoud Ashuia, egiziano, 24 anni. E’ la seconda condanna per torture avvenute nel Paese nordafricano. La prima condanna é quella di Osman Matammud, somalo, arrestato a Milano nel 2017 e ora all’ergastolo.
I tre erano stati fermati lo scorso settembre dalla Dda di Palermo mentre si trovavano nell’hot-spot di Messina, con l’accusa di sequestro di persona, tratta di esseri umani e tortura. Secondo i magistrati palermitani, gli indagati avrebbero trattenuto in un campo di prigionia libico decine di profughi.
Le vittime avevano raccontato di essere state torturate, picchiate e di aver visto morire compagni di prigionia. I tre gestivano il campo di prigionia a Zawyia per conto di una organizzazione criminale, e i migranti venivano tenuti sotto sequestro e rilasciati solo dopo il pagamento di un riscatto.