Il Consigliere Comunale Alessandro Russo ha proposto all’Amministrazione Comunale di riaprire urgentemente spazi della città alla fruizione pubblica: l’Arena “Cicciò”, il Giardino Corallo, parte dell’area “Torri Morandi”, persino il Lungomare della Cortina del Porto. Aree così come afferma lo stesso consigliere sul suo profilo Fb, che potrebbero essere utilizzate (a costo zero) da attori, musicisti, artisti della nostra città che stanno soffrendo la chiusura dei loro spazi di esibizione. Loro potrebbero avere uno spazio dove continuare a fare cultura e sopravvivere; la città ne avrebbe un cartellone di iniziative all’aperto per l’estate.
Occorre ripensare gli spazi pubblici della città; seriamente, non a chiacchiere. Come è giusto pensare che spazi pubblici vengano concessi gratuitamente agli esercizi di ristorazione e bar anche chiudendo importanti parti di vie e piazze del centro, allo stesso modo dobbiamo restituire gli spazi comunali morti da decenni a quanti nutrano anche l’anima con arte, musica e cultura.
Di seguito la nota del Consigliere Russo:
“Gentile Signor Sindaco, con la presente sottopongo alla Sua attenzione la possibilità, dal sottoscritto proposta alla competente IV Commissione consiliare nella seduta del 19.05.2020, di valutare nei prossimi tavoli tecnici che l’Amministrazione dedicherà alla “ripartenza” delle attività economiche, sociali e culturali della Città di Messina a seguito dell’epidemia da Covid-19, alcune ipotesi di riutilizzo di aree, spazi e attrezzature comunali che alla data odierna non risultano usati ma che potrebbero benissimo essere destinati ad attività che, accanto a quelle strettamente economiche, sono analogamente importanti per un riavvio delle attività della nostra città, segnatamente quelle artistiche e culturali.
Dettagliatamente, preme allo scrivente sottolineare come il Comune di Messina sia nella disponibilità di aree che da tempo risultano non utilizzate, nonostante in alcuni casi siano state affidate a concessionari o che siano nella piena titolarità dell’Ente. Aree o attrezzature che, lasciate da tempo in condizioni di abbandono che risulta ingiustificabile, oggi devono essere utilizzate per le attività culturali cittadine. Di seguito si riepilogano:
- Giardino Corallo: dato in assegnazione circa un anno fa, ad oggi risulta non attivo da parte del concessionario.
- Arena “Cicciò”: aperte esterna del Palacultura, con la disponibilità di una ampia gradinata all’aperto e direttamente accessibile dall’esterno. Non affidata a terzi. Nella piena disponibilità dell’Ente.
- “Torri Morandi” a Torre Faro: zone di recente soggette ad acquisto da parte dell’Ente, utilizzate per l’attrezzatura dei parcheggi a servizio delle attività balneari del borgo marinaro.
Alle tre aree sopra descritte, si può aggiungere anche parte della Cortina del Porto, che, in questi mesi priva del traffico croceristico, risultano vuote da passeggeri e, senza gli sbarchi, non onerate da leggi di sicurezza internazionale cui solitamente sono soggette in tempi ordinari – e che ne hanno sempre precluso l’utilizzo collettivo da parte della cittadinanza. Per utilizzare queste aree, occorre che il Comune di Messina si attivi tempestivamente presso l’Autorità Portuale affinché si faccia espressa richiesta di utilizzo, in ottica assolutamente straordinaria e sperimentale, per la fruizione collettiva, riaprendo questi spazi alla cittadinanza che potrebbe goderne nella stagione estiva che si avvicina. In questa richiesta di apertura della Cortina, infatti, affluiscono due potenzialità che la Città deve saper sfruttare. Innanzitutto, la sperimentalità della circostanza, che si offre per comprendere praticamente come la riapertura delle aree possa influire sulla dinamica di vivibilità del territorio, e di rivitalizzazione anche con altre direttrici funzionali dell’area portuale; in secondo luogo, l’eccezionalità della circostanza, che offre l’opportunità di usufruire delle banchine del porto che solitamente sono occupate dagli sbarchi e precluse al pubblico utilizzo. In questi mesi prive di queste operazioni, i vuoti che si creano devono essere sfruttati come opportunità per sperimentare.
I luoghi pubblici che sono stati citati poco sopra dovrebbero essere immediatamente riaperti alla città, attaverso il coinvolgimento diretto delle associazioni artistiche e culturali del nostro Comune che, a causa delle regole stringenti di questi mesi hanno dovuto ridurre e poi sospendere le loro attività culturali. Sono compagnie teatrali, bande musicali, laboratori teatrali, affermati gruppi di professionisti della musica e del teatro che avevano spazi presso cui sperimentare e allestire spettacoli di grande qualità artistica che venivano fino a pochi mesi fa applauditi e richiesti in moltissime città italiane. Oggi, queste compagnie, queste bande musicali, questi artisti sono privi dei loro spazi di prova, di allestimento e di rappresentazione. E analoga difficoltà accusano le bande musicali cittadine, che solitamente si esibivano in luoghi e spazi pubblici, fornendo musica, divertimento e cultura soprattutto alle fasce più giovani della nostra città, che attualmente si prevede ne resteranno prive per i prossimi mesi.
Orbene, appare allo scrivente necessario che come è assolutamente necessario e tempestivo il bisogno di chiudere ampie porzioni delle strade, delle vie e delle piazze cittadine per destinarle alle attività di bar e ristorazione che potrebbero, grazie alla sospensione della COSAP che il Governo ha decretato per tutto il 2020 e che il Comune apparirebbe vuole recepire, estendere soprattutto nelle ore meno influenzate dal traffico le loro possibilità di portare all’esterno le loro attività ricettive (seguendo un modello che le linee guida di contenimento altamente suggeriscono, peraltro), rifunzionalizzando – fatto non trascurabile e secondario – zone della città che la sera rischiano da sempre l’abbandono e la trascuratezza, allo stesso modo analoga attenzione l’amministrazione deve dedicarla alle altre attività che stanno subendo un colpo molto forte in città, ossia quelle di produzione e fruizione artistica, culturale e musicale, dando loro le medesime opportunità di sfruttamento degli spazi esterni della nostra Città, aiutandole nel poter fare continuare le loro attività – ovviamente senza alcun canone di concessione da pagare – e, allo stesso modo, nel poter loro consentire in questi luoghi l’allestimento e lo svolgimento delle loro produzioni teatrali, musicali ed artistiche, così da poter loro ottenere, per il tramite della vendita dei biglietti, un ristoro economico minimo per i danni che in questi mesi di fermo hanno subito.
La Città di Messina ne trarrebbe beneficio nel poter vedere rivitalizzati spazi e strutture chiuse e abbandonate da anni e, allo stesso tempo, con la possibilità di disporre di un cartellone di iniziative culturali di cui i messinesi potrebbero usufruire per la stagione estiva, consentendo – al contempo – alle compagnie artistiche e ai loro componenti di sopravvivere in un momento di così profondo baratro economico.
Messina riparte dalle attività commerciali, come si è detto. Ma riparte anche dalla sua produzione artistica e culturale che, tanto quanto le attività commerciali, sta subendo – in un silenzio che non può certo passare sotto traccia o facendo un generico appello alla sola offerta del Teatro Vittorio Emanuele – un tracollo tra le sue compagnie e i suoi artisti. Non possiamo e non dobbiamo in alcun modo abbandonare questa fascia importantissima del nostro tessuto sociale ed economico: riapriamo e senza oneri le strutture del Comune nelle modalità che ho sopra descritto: spazi che potrebbero funzionare da teatri, da cinema all’aperto, da concerti musicali per le bande messinesi o per gli stessi artisti del nostro Conservatorio di musica. C’è molto, c’è tanto altro oltre il Teatro Vittorio Emanuele, Signor Sindaco. E non possiamo permetterci in alcun modo il lusso di dimenticarli.”