“Se si fa un provvedimento di regolarizzazione perche’ lo si ritiene giusto e perche’ si ritiene abbia effetti positivi in termini sociali, economici, di sicurezza e di salute pubblica allora si deve puntare a toccare il bacino piu’ ampio possibile di irregolari. Il provvedimento di regolarizzazione varato dal governo ieri sera va nella direzione giusta, ma presenta troppi ostacoli all’accesso che costringeranno a restare nell’irregolarita’ molti degli attuali invisibili”. Cosi’ Riccardo Magi deputato di +Europa Radicali e relatore in I commissione della proposta di legge Ero straniero per la modifica della Bossi Fini.
“Molti, troppi, stranieri irregolari, pur lavorando gia’ nei settori indicati dal decreto – prosegue – non riusciranno ad emergere perche’ del tutto sconosciuti alle autorita’, lo stesso avverra’ per tanti altri cittadini che lavorano o potrebbero lavorare in settori diversi da quelli indicati. Per questo e’ importante che ci sia un reale esame parlamentare in grado di migliorare il provvedimento aprendolo ad una platea piu’ ampia”, conclude.
“Ma se c’è una cosa in cui credo sono le lacrime della ministra Bellanova dopo essere riuscita a far fare al nostro paese un passo importante che squarcia un velo di omertà. Per questo la ringrazio” continua il deputato.
“Chi oggi la attacca non conosce la miseria, sa solo sfruttarla per prendere voti. Chi mette gli ultimi italiani contro gli ultimi stranieri fa un gioco facile ma pericoloso. La conquista dei diritti, rende tutti più liberi senza togliere nulla a nessuno. Un paese con meno mafia, più legalità e più salute conviene a tutti gli italiani, non solo ai lavoratori stranieri”.
Dello stesso avviso la senatrice Emma Bonino: “Penso l’azione di governo, portata avanti in tal senso sia positiva, considerando anche che sembrava inimmaginabile fino a qualche settimana fa. Ribadisco, pero’, al contempo, che, per una reale efficacia dell’intervento, sarebbe stato necessario un allargamento ulteriore della platea dei beneficiari, non limitando l’accesso alla procedura di regolarizzazione prevista al comma 1 ai settori agricolo, di cura e lavoro domestico, ma aprendo anche agli altri comparti, come ad esempio quello edile, e che i requisiti sono ancora troppo stringenti per l’ottenimento del permesso di soggiorno di sei mesi per cercare un lavoro. Altrimenti, se la sola garanzia di un contratto di lavoro non e’ sufficiente, il popolo degli invisibili continuera’ ad essere presente, con tutte le conseguenze economiche, sanitarie e di sicurezza sociale che ne derivano. Nel testo, inoltre, sono stati inseriti paletti che rischiano, nei fatti, di ostacolare la procedura di regolarizzazione per tantissimi tra i lavoratori interessati e su cui vanno fatte delle correzioni”, conclude.