Non vi è dubbio che la notizia in se è buona, suscita immagini cinematografiche, e commozione pensando alla concomitante festa della mamma: il miracolo della vita che non si ferma, nonostante le circostanze. Ovvero un marito che si ritrova ad essere l’unico ad aiutare la moglie a partorire mentre cercavano insieme di raggiungere il più vicino ospedale attrezzato. E chi vive nella zona nebroidea, sa quanto siano lunghe le distanze. Soprattutto quando hai un’urgenza.
Sette maggio, il tempo è arrivato e mancano sessanta chilometri per Patti: ma il piccolo, un maschietto, non ha potuto aspettare oltre e la sua mamma di Militello Rosmarino, centro collinare vicino a Sant’ Agata Militello, ha partorito con l’aiuto straordinario del papà, in una piazzola della autostrada A20 nei pressi del casello di Patti, dandolo alla luce in condizioni estreme. Una nascita rocambolesca di cui gli parleranno spesso, immaginiamo.
Raggiunto il reparto di Ginecologia e ostetricia dell’ospedale pattese Barone Romeo, la puerpera e il suo bambino hanno ricevuto le attenzioni del caso, e stanno bene entrambi.
Ma l’episodio riaccende inevitabilmente i riflettori su un sistema sanitario che ha penalizzato la maternità: ad esempio il Punto nascite di Sant’Agata Militello sospeso nelle attivita’ ordinarie fin dal settembre 2019 e mai riattivato tramite la necessaria assunzione di un congruo numero di anestesisti. Così nei casi di emergenza le nascite possono ancora avvenire a Sant’Agata ma l’attuale blocco delle attività ordinarie fa si’ che le famiglie di un vasto comprensorio dei Nebrodi adottino, anche comprensibilmente, come punto di riferimento unico, ospedali lontani come Patti e Milazzo.
Una situazione simile di cui ci siamo occupati nelle isole Eolie, dove finalmente lo scorso 20 aprile è stato disposto l’acquisto del macchinario per le ecografie morfologiche a Lipari.