No del Comune allo spostamento dello spettacolo di Tiziano Ferro al 2021, a Messina stop ai grandi eventi

Gli organizzatori lamentano il diniego del Comune di Messina “senza motivo” a concedere lo spostamento dei grandi concerti, bloccati prima dal coronavirus ora da una decisione del Sindaco Cateno De Luca. La vicenda la rende pubblica in un comunicato Carmelo Costa, amministratore unico di Musica da Bere S.r.l., che aveva chiesto di riprogrammare per la prossima estate i concerti previsti per il 2020.

“L’emergenza Covid 19 ha fermato la Musica in tutto il mondo. Dall’Europa agli USA, fino all’Oriente e all’Australia i grandi concerti dal vivo hanno dovuto spegnere gli amplificatori e dovranno tenerli spenti almeno fino alla primavera del prossimo anno. In tutto il mondo i maggiori concerti sono stati spostati di un anno, riprogrammando per il 2021 le date fissate per l’ormai prossima Estate, seguendo la scia già seguita dalle grandi manifestazioni sportive, dalle Olimpiadi di Tokio fino agli Europei di Calcio.

Governi, Regioni, Sindaci hanno in tutto il mondo accordato, nel giro di poche ore, quanto di loro competenza per garantire la disponibilità delle strutture ospitanti per l’anno successivo. Un atto quasi dovuto stante la gravissima situazione di crisi, finalizzato anche a non perdere le ricadute economiche che questi Eventi hanno nei territori.

Ma ecco che l’Amministrazione Comunale di Messina, unico caso al mondo, decide di distinguersi e ufficializza tramite PEC il diniego allo spostamento al 03 luglio 2021 della concessione dello Stadio San Filippo per il concerto di Tiziano Ferro.

Abbiamo il massimo rispetto per le istituzioni, ma non possiamo rimanere silenti rispetto ad una decisione che va contro gli interessi della Città di Messina e della Sicilia tutta.

Il Comune ha comunicato che “con riguardo alla richiesta di rinviare il suddetto concerto …all’anno 2021, corre l’obbligo informare…che il comune ha in itinere la procedura di evidenza pubblica per l’affidamento in concessione dello Stadio ….lo svolgersi della gara e l’aggiudicazione di essa ad un soggetto terzo che stipulerà con questa stazione appaltante una convenzione per la gestione dello Stadio, …..rendono impossibile per questo Comune assumere vincoli contrattuali per eventi da programmarsi ….nell’anno 2021”

Motivazioni che appaiono – secondo la società organizzatrice dei concerti – pretestuose e prive di qualunque logica agli occhi di chiunque. A parte le considerazioni su un bando di cui sentiamo parlare da due anni e del quale si continua a non vedere la luce, facciamo notare che già lo schema di tale bando, approvato dal Consiglio Comunale circa un anno fa, prevede in maniera esplicita la riserva al Comune di alcune giornate di utilizzo dell’impianto. Inserire nelle condizioni del pubblico avviso, che avrà certamente tempi lunghi ed esito a dir poco incerto, la garanzia di due Eventi già programmati, con clausole, condizioni ed Entrate da canoni certe e determinate, mantenendo tra l’altro la centralità della Città di Messina nei grandi Eventi negli Stadi nel Sud Italia anche oltre il 2021, renderebbe certo maggiore l’interesse a partecipare alla sua assegnazione.

A Messina la prossima Estate erano previsti due grandi concerti: Tiziano Ferro ed Ultimo.

Ciascuno dei due concerti prevede una affluenza vicina ai 40mila spettatori, dà lavoro a oltre 800 lavoratori messinesi per una settimana fra facchini, security e maestranze varie, mentre sono circa 30 le ditte messinesi impegnate nei lavori e ciascun concerto produce oltre 1200 pernottamenti in hotel di Messina, senza contare i cospicui canoni che il Comune incassa per l’affitto dello Stadio.

L’indotto sul territorio di questi Eventi è stimato in parecchi milioni di euro.

E’ nell’interesse della Città perdere tutto questo, soprattutto nella profonda crisi economica che saremo costretti a vivere ad emergenza finita?

Circa il danno erariale che questa decisione comporterà per le casse comunali deciderà la Corte dei Conti: noi non abbiamo né titolo né competenze per esprimere giudizi.

E tutto il resto? I lavoratori, le ditte, gli hotel, i ristoranti, l’indotto? E poi non dimentichiamoci del pubblico.

Fra gli spettatori di ciascun concerto c’è almeno un 25% di Messinesi che saranno costretti a viaggiare ed avere maggiori esborsi per recarsi in altra Città, nuova sede dei concerti. Circa 10 mila messinesi per ogni concerto che subiranno disagi e costi, spesso insostenibili. Le classi sociali meno abbienti e i disabili difficilmente potranno organizzarsi per assistere al concerto in altra Città.

Siamo certi che ciascuno degli 800 lavoratori che sarebbero stati impegnati per due settimane, avrebbero preferito un uovo di Pasqua in meno ma non perdere questa sia pur minima occasione di portare a casa un po’ di soldi.

La domanda è: perché tutto questo? Cui prodest? Tanto assurda appare tale decisione, tanto legittimi appaiono i dubbi sulle reali motivazioni su una decisione che mette una pietra tombale sulla presenza di grandi concerti a Messina per i prossimi anni e conseguentemente all’indotto ed al lavoro che questi concerti portano.

Abbiamo investito – continua Carmelo Costa – tempo e danaro sui grandi concerti a Messina, a volte con soddisfazione, a volte con problemi. Sempre ci ha tenuto in piedi lo splendido pubblico della città di Messina, il calore umano delle maestranze messinesi e delle ditte locali che hanno collaborato con noi.

Purtroppo, la poca lungimiranza ed il pressappochismo di qualcuno è riuscito a distruggere tutto questo e a fare ritornare Messina un deserto culturale: il suo stadio non sarà più vestito a festa con i colori della musica, il suo pubblico dovrà sobbarcarsi centinaia di chilometri per vedere un concerto: ma tutto questo evidentemente è difficile da capire per qualcuno”.

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