Delusione dalle isole minori della Sicilia per la finanziaria regionale: “Nonostante tutta la nostra buona volontà, la stragrande maggioranza di noi rimane dell’idea che non ci siano i presupposti per riaprire le strutture ricettive”.
Federalberghi Isole minori della Sicilia non nasconde una sostanziale delusione per la finanziaria regionale appena approvata. Una finanziaria molto ampia che a fronte delle risorse economiche messe in campo (circa 1,5 miliardi) e nonostante le articolate richieste avanzate al Governo regionale, alle Commissioni e ai Gruppi parlamentari dell’ARS, non prende adeguatamente in considerazione
le specificità e le fragilità delle comunità micro insulari né il fatto che il turismo sia ampiamente il settore dell’economia che maggiormente risentirà di questa crisi.
“Apprezziamo alcune delle misure approvate, in particolare quelle in favore dei Comuni siciliani,
come anche il fondo di 75 milioni di euro per l’acquisto di servizi turistici, i 10 milioni per i
collaboratori stagionali e la previsione di erogazione di finanziamenti agevolati attraverso l’IRFIS. Ciò nonostante, siamo convinti che lo sforzo del Governo Musumeci non possa considerarsi sufficiente e che siano necessarie misure mirate per le isole minori.
I flussi turistici previsionali per il 2020 e il 2021 rimangono catastrofici. Le prescrizioni dettate dai protocolli in materia di accoglienza e di sicurezza sui luoghi di lavoro sono quasi proibitive per rischi, costi e complessità di attuazione. Inoltre, le probabilità ancora elevate e sottolineate dagli esperti di una possibile seconda ondata di contagi e l’impossibilità di riuscire a fornire tempi certi sulla data e sulle modalità della ripartenza, generano grandi incertezze e non consentono di programmare
prenotazioni e attività turistiche. Queste previsioni non sembrano trovare adeguato riscontro nelle misure messe in campo dalla Regione. A questo, si aggiungano le peculiarità delle isole minori. Dalla precarietà delle strutture sanitarie all’estrema concentrazione dei flussi turistici che in alcune isole è di soli quattro mesi, continuando con una pressoché totale dipendenza dall’economia turistica, le difficoltà intrinseche nel raggiungere le isole e il fatto che metà della stagione turistica può ormai considerarsi perduta”.
Christian Del Bono, presidente di Federalberghi isole minori Sicilia, dichiara: ” La voglia di ripartire è grande ma in atto, non ci sono i presupposti per riaprire le nostre strutture ricettive. Questo è il pensiero di gran lunga prevalente tra i colleghi isolani, ascoltati nel corso di due importanti riunioni
di assemblea che hanno coinvolto tutte le isole siciliane. Solo ad Ustica e a Favignana si ritiene
possano esserci i presupposti per riaprire già in giugno, soprattutto nell’ambito del comparto
extralberghiero, sperando in un turismo interno di prossimità”.
Rimarrebbero ad oggi invece spiazzate le Eolie che per il 45% dipendono da flussi di turismo internazionale e per almeno un terzo da quelli
extraregionali. Stesse difficoltà per Pantelleria e le Pelagie, dipendenti dai collegamenti aerei con il nord Italia.
“Trovandoci in accordo con molti sindaci delle isole minori, sin dal 17 aprile, abbiamo proposto
l’adozione di un protocollo sanitario dedicato, con test rapidi e un potenziamento delle strutture sanitarie locali. Si rende, inoltre, vitale un piano ad hoc per le isole minori con misure specifiche nel breve ma anche nel medio periodo. Nell’immediato, occorre detassare e defiscalizzare le imprese locali e mettere in sicurezza i nostri collaboratori stagionali per i quali, in questi giorni, alla luce
dell’assenza delle precondizioni necessarie a garantire le riaperture è notevolmente aumentata la nostra preoccupazione”.