di Michele Bruno – “L’ingresso in Sicilia è normato da un decreto del ministro dei Trasporti, di concerto con il ministro della Salute, che disciplina le modalità con cui si rientra nel territorio siciliano. Si tratta di un provvedimento, giudicato da tutti essenziale nella fase della diffusione del contagio, che ha raccolto la richiesta di limitare l’accesso all’Isola che il presidente Musumeci avanzava già dalla fine del mese di febbraio”.
Così l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, replica al capogruppo del Pd, Giuseppe Lupo.
“Il tema del ricongiungimento familiare per stato di necessità – prosegue l’esponente del governo regionale – è già previsto in quel provvedimento e non necessita di alcuna autorizzazione nuova. Tuttavia, nelle prossime ore, valuteremo provvedimenti finalizzati a favorire il rientro dei fuorisede, che già oggi possono fare accesso nell’Isola, per come previsto dalla disciplina del ricongiungimento familiare”.
“Dovremmo evitare su questi temi polemiche speciose – conclude Razza – . E’ facile dire facciamo entrare tutti, ma esistono ancora oggi regioni con contagi di molte migliaia di persone, quindi serve gradualità e prudenza”.
“I siciliani che si trovano fuori dalla Sicilia hanno il diritto di poter tornare a casa loro: Musumeci non può limitarsi a dire ‘no’ ai rientri, ha il dovere di affrontare il problema e di trovare soluzioni, salvaguardando la salute di tutti”. Così aveva detto il capogruppo PD all’Ars Giuseppe Lupo a proposito delle disposizioni contenute nell’ultima ordinanza del presidente della Regione Nello Musumeci sull’emergenza Coronavirus, che si adegua al Decreto n. 183 del 29 aprile 2020 del Ministro dei Trasporti De Micheli, con cui erano disposte le limitazioni al traffico sullo Stretto, verso l’Isola.
“Bisogna attivare un programma di graduale rientro per i siciliani – ha detto Lupo – che fino ad ora sono rimasti ‘bloccati’ in altre aree del Paese e che adesso si trovano in difficoltà perché magari hanno perso il lavoro, o per motivi economici, personali o familiari. Il rientro va organizzato prevedendo ad esempio tamponi rapidi all’ingresso che garantiscano l’esito in un’ora, e una ‘quarantena a rischio zero contagi’. Ma di certo – ha concluso – il Presidente della Regione non può ignorare queste situazioni”.