Il collettivo femminista Nonunadimeno interviene sul significato che la ricorrenza della festa dei lavoratori viene a creare per loro, in un momento di isolamento sociale dettato dall’emergenza Coronavirus.
“Oggi nella giornata del 1° maggio, che unisce le lavoratrici e i lavoratori di tutto il mondo nella lotta per i loro diritti, le donne siciliane, da Palermo a Catania, da Messina a Pantelleria , fino a Marsala, hanno voluto lanciare un messaggio di lotta nonostante l’isolamento a cui si è costrette/i tutte e tutti.
Con un video postato sui social, coordinate con collettivi e movimenti femministi di tutto il mondo, hanno voluto rompere la solitudine di questi mesi per ribadire che la loro lotta e le loro pratiche femministe non si sono mai fermate, anche nell’ambiente domestico. Lo sciopero vive nelle lotte, i collettivi siciliani di Non Una di Meno, non si sono mai fermati, nonostante la quarantena, hanno portato avanti in questi giorni azioni sui social e creato dei podcasts per spezzare la solitudine: Isolate ma mai Sole , di Non una di meno Palermo e Mat(t)a di Non una di meno Messina.
🔥#1MAGGIO #FEMMINISTA🔥«NON BASTA LAVARSI LE MANI E METTERSI LA MASCHERINA, DOBBIAMO COSTRUIRE UN MONDO NUOVO»Oggi nella giornata del 1° maggio, che unisce le lavoratrici e i lavoratori di tutto il mondo nella lotta per i loro diritti da Palermo a Catania, da Messina a Pantelleria fino a Marsala, abbiamo voluto lanciare un messaggio di lotta nonostante l'isolamento a cui si è costrette/i tutte e tutti. Con un video postato sui social, coordinate con collettivi e movimenti femministi di tutto il mondo, abbiamo voluto rompere la solitudine di questi mesi per ribadire che la nostra lotta e le nostre pratiche femministe non si sono mai fermate. Lo sciopero vive nelle lotte.#nonunadimeno #nonunadimenomessina #1maggiofemminista #1maggiotransnazionale #feministastransfronterizas
Publiée par Non Una di Meno – Messina sur Vendredi 1 mai 2020
La pandemia e il lockdown hanno fatto emergere tutte le contraddizioni del modello sociale in cui viviamo. La Sicilia è stata risparmiata dai numeri spropositati di vittime del nord dell’Italia, nonostante ciò tutti, in particolare le donne, stanno subendo le conseguenze economiche e psicologiche dell’essere costrette in casa, spesso avendo perso il lavoro e dovendosi fare carico del lavoro di cura in famiglia.
L’emergenza Covid ha amplificato anche le contraddizioni del sistema sanitario in Sicilia, che ha visto negli anni un progressivo smantellamento e definanziamento, con la conseguenza per gli abitanti dei territori di vedersi spesso negato il diritto all’accesso a una sanità pubblica. Anche per questo, all’azione coordinata dalle siciliane, hanno aderito le donne di Pantelleria, che in questo momento stanno portando avanti una battaglia nell’isola contro la chiusura del Punto Nascite, così come a Lipari, per affermare il diritto a partorire nella propria terra.
La prospettiva di tornare alla normalità non ci basta più, la normalità era il problema, quella normalità che ci sfrutta, ci discrimina, ci sessualizza, ci razzializza.
La pandemia globale generata dal COVID-19 ha reso ancora più visibile non solo la crisi capitalistica e patriarcale, ma anche l’urgenza di trasformare complessivamente la società e combattere le sue disuguaglianze, non è vero che siamo tutti sulla stessa barca. Con questo video, le donne siciliane hanno lanciato un grido per spezzare il silenzio di questi giorni, evidenziando le criticità della gestione politica dell’emergenza e le contraddizioni del sistema patriarcale che pervade ogni ambito della società. Non basta lavarsi le mani e mettersi la mascherina, dobbiamo costruire un mondo nuovo”