di Luana Spanò – Il Comitato cittadino, L’Ospedale di Lipari non si tocca, torna alla carica e attraverso la testimonianza di donne isolane pone l’accento sulla necessità di poter contare su un punto nascita stabile e sicuro, presso l’ospedale di Lipari e il diritto a partorire nella propria terra in sicurezza.
Le donne eoliane si uniscono e unanimi vogliono far valere il diritto a far nascere i propri figli in serenità, nella propria isola, vicino ai propri cari.
Non tutte le gravidanze sono uguali e spesso bisogna trasferirsi anche per mesi sulla terraferma per partorire in totale sicurezza. Altre donne meno fortunate che non possono permettersi di sostenere questi costi, preferiscono presentarsi quasi in pieno travaglio al Pronto soccorso dell’isola per partorire in emergenza in loco o a casa come è già successo. In questo periodo di grandi incertezze la paura è che questi casi possano aumentare, mettendo a rischio non solo la vita dei nascituri, ma anche delle loro mamme.
Tra le tante testimonianze di cui si possono leggere degli stralci nel video messo a disposizione, quella che colpisce è di una mamma che dichiara: “Mi sono fatta seguire privatamente da uno psicologo per affrontare tutti questi problemi che mi assillano. Il parto che dovrebbe essere il momento più bello della vita, diventa un incubo”.
Costrette ad essere seguite da più medici a Lipari e poi altrove, non riescono a stabilire, come succede quando ci si rivolge sempre allo stesso ginecologo, quel rapporto di fiducia tra professionista e paziente che dovrebbe servire a superare le grandi e piccole paure che ogni donna attraversa durante la gravidanza. Paure cui oggi si aggiunge l’emergenza sanitaria e il rischio di contagio da coronavirus.
“Sono arrivata al parto in panico e psicologicamente distrutta, troppi viaggi e medici sempre diversi. Più di un mese lontana da casa, è stato devastante”.
Il comitato afferma: “In periodo di emergenza e non solo, con restrizioni alla mobilità, bisognerebbe garantire gli standard strutturali e di organico, al fine di consentire alle gestanti il parto in loco, ma anche un percorso nascita degno di questo nome. Percorsi che prevedano approcci di accoglienza, cura, personalizzazione dell’assistenza e attenzione alle relazioni umane. La politica deve adoperarsi per raggiungere il fine comune della riapertura del punto nascita a Lipari. Chiediamo un’apertura permanente e definitiva del punto nascita, attrezzato e potenziato di tutto ciò che sia necessario per esercitare il parto in totale sicurezza. A questo punto parlare di maternità non è più un discorso che riguarda solo le mamme, ma tutta la società, perché diventa un punto di partenza fondamentale per la crescita anche culturale di una collettività”.
Tutto questo, mentre l’OMS stabilisce che la promozione della salute e del benessere in gravidanza implica il prendersi cura della donna come persona, ossia nella complessità degli aspetti biologici, psicologici e socio-affettivi.