Dopo due anni la Corte Costituzionale si è pronunciata in merito al ricorso da parte del Governo sulla inammissibilità di alcuni emendamenti, che la Ragioneria di Stato aveva dichiarato privi di copertura finanziaria. Tra questi fondi vi erano anche quelli di due mozioni presentate dall’allora deputato Cateno De Luca, che nel maggio 2018 era in piena corsa elettorale verso Palazzo Zanca tanto da fare di questi due emendamenti un cavallo di battaglia elettorale.
I giudici quindi si sono espressi a favore della Sicilia, evidenziando l’assenza della cooperazione tra lo Stato e la Regione per la mancata spesa dei fondi sulla questione relativa all’emergenza idrica e al recupero dell’area ex Sanderson, che De Luca aveva inserito nella finanziaria 2018 della Regione.
La Corte scrive che “le censure formulate dal Presidente del Consiglio dei ministri devono ritenersi non fondate in ragione della prioritaria necessità di procedere all’impegno e all’attuazione degli interventi entro le scadenze improrogabilmente previste dalla normativa europea”. Infatti la scadenza fissata per l’utilizzo e il rendiconto delle somme è il 31 dicembre del 2023, ma “l’avvio e la realizzazione degli interventi previsti dall’art. 99 della legge reg. Siciliana n. 8 del 2018 dovrà avvenire previo perfezionamento di tutti gli atti propedeutici all’utilizzazione delle risorse”.
In soldoni, la copertura finanziaria c’è, e la Regione può disporne attraverso una riprogrammazione.