di Michele Bisignano – Da qualche giorno i dati forniti dalla Protezione Civile Regionale relativi alla diffusione del contagio da Covid-19 in Sicilia e nelle sue città e province vengono resi in maniera più intellegibili.
Difatti al numero delle persone contagiare che, di solito, viene riportato nel grafico secondo la distribuzione nelle varie province, e che riguardano gli attuali positivi, vanno ad aggiungersi le persone guarite e, purtroppo,le persone decedute.
Per cui a Messina e provincia il numero dei contagi in totale riscontrati dall’inizio dell’epidemia fino ad oggi è di 515.
Ma questo dato reale viene a confutare la “narrazione”, che viene reiterata e che domina sui social, di una Città preservata e “salvata” dal diffondersi del contagio grazie all’operato del Sindaco.
Un’operato caratterizzato: dal dispiegamento di un “esercito” personale, dal “coprifuoco” all’insegna di “ordini” militareschi, da blocchi annunciati trasformatesi in passerelle mediatiche, da “chiamate alle armi” contro i presunti “untori” invasori, da droni volteggianti, da restrizioni assurde, ma sopratutto, da una serie interminabile di ordinanze contraddittorie fra di loro e, spesso, illegittime.
Mentre invece la realtà che viene fotografata da dati inconfutabili ci dice che la citta metropolitana di Messina, in termine di rapporto percentuale fra popolazione e numero di contagiati, é la prima in Sicilia, perché i dati riguardanti la provincia di Enna sono condizionati da quelli di due comuni sedi di forti focolai e dichiarati “zone rosse”.
Ma ancora oggi abbiamo sentito parlare, con tono trionfalistico (del tutto fuori luogo di questi tempi) di città più blindata d’Italia con la minore diffusione del contagio rispetto a tutte le altre realtà urbane nazionali.
Ma non è affatto così. Anche se, purtroppo, la narrazione propagandistica viene recepita ed accettata acriticamente da molti cittadini messinesi, e non solo da loro.