di Michele Bruno – “Ho mantenuto la promessa fatta ai siciliani di una leggera apertura rispetto alle ordinanze restrittive adottate in occasione di questa epidemia. Consentiamo l’attività motoria presso la propria abitazione, la possibilità di una breve passeggiata con l’accompagnatore per i diversamente abili, la consegna a domicilio dei generi alimentari nei festivi e le domeniche, la cura dell’orto e del podere e la manutenzione per creare i viali tagliafuoco nelle campagne in vista della stagione degli incendi, consentiamo agli stabilimenti balneari di potersi organizzare con la manutenzione, l’allestimento delle cabine e la pulizia della sabbia e dell’arenile, rimane invariata l’ordinanza che blinda l’accesso alla Sicilia, consentiamo solo una corsa in più da quattro a cinque sullo Stretto per evitare disagi ai pendolari e al personale sanitario.
Un atto di fiducia verso il Popolo siciliano, che ha mostrato grande senso di responsabilità, tranne qualche sparuta pattuglia di incoscienti, e che ha sorpreso con una lezione di civismo chi ancora ci considera con superficialità e giudizi approssimativi. La lezione migliore l’abbiamo data“.
Così il Presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, annuncia la prossima ordinanza regionale con cui intende allentare le misure di emergenza imposte nell’Isola, finora più stringenti rispetto a quelle nazionali previste dai dpcm di Giuseppe Conte. Musumeci sembra stia infatti preparando la via per una prossima riapertura delle attività commerciali e questa nuova disposizione vuole evidentemente preparare il campo a una Fase 2 anticipata per la Sicilia, rispetto al resto del Paese.
D’altronde, ieri, in un incontro, durato fino a notte fonda, fra Musumeci e i 14 “saggi” del comitato tecnico-scientifico regionale Covid-19, da cui ha deciso di essere coadiuvato, sono state valutate diverse proposte per la riapertura graduale delle attività in Sicilia, come accaduto anche in Lombardia e Veneto. Perché, se è vero che l’Isola ha adottato misure più restrittive di quelle nazionali, adesso preme per non prolungare lo stop oltre il 3 maggio, data per ora stabilita dagli ultimi dpcm. “Non si può andare oltre quella data – ha detto l’assessore alla Salute, Ruggero Razza – perché in Sicilia ci troviamo in una condizione epidemiologica diversa da quella di altre regioni”.
Di certo – ha affermato l’assessore all’Ars – ogni piano non può prescindere dall’analisi dei dati epidemiologici. La Sicilia è l’ultima regione d’Italia per numero di decessi in rapporto alla popolazione: 3,6 ogni centomila abitanti. Dieci volte meno della media nazionale (pari a 36 morti ogni centomila abitanti), 30 volte più basso rispetto alla Lombardia e 5 volte più basso del Veneto. Inoltre, con 5 positivi ogni diecimila abitanti, è la regione con meno contagi in assoluto assieme alla Calabria.
Le richieste tra l’altro vengono anche dal mondo del commercio e della piccola e media imprenditoria, come dimostra la richiesta di Confesercenti di riaprire le attività di barbieri, parrucchieri, estetisti e centri benessere (ve ne abbiamo parlato qui)