di Michele Bruno – La Aita Mari, imbarcazione di salvataggio della Ong basca Salvamento Maritimo Humanitario che ha ancora a bordo 34 migranti salvati nel Mediterraneo centrale il giorno di Pasquetta, è giunta davanti a Palermo anche se resta al di fuori delle acque territoriali italiane. E’ arrivata in Sicilia perché così richiestole ieri dall’Mrcc di Roma, la sala operativa della Guardia costiera i cui uomini, nella notte scorsa, hanno effettuato altre due evacuazioni dalla nave dell’Ong, con migranti in precarie condizioni di salute. Non ci sono conferme ufficiali da parte del Governo Conte, ma l’avvicinarsi della Aita Mari a poche miglia dal traghetto della Tirrenia «Raffaele Rubattino» dove da ieri sono in quarantena i 146 migranti della Alan Kurdi della Ong tedesca Sea-eye, farebbe intravedere una soluzione analoga.
Intanto “Il governo della Regione dice no all’approdo della nave dell’Ong spagnola “Aita Mari” con a bordo una quarantina di migranti e diretta al porto di Palermo” , così dichiara il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci. “Sarebbe grave se Roma consentisse lo sbarco di queste persone, dopo il rifiuto di altri Paesi dell’Unione Europea, in un’Isola che vive con alta tensione gli effetti dell’emergenza epidemica”.
Facciamo un sunto degli eventi: Il giorno di Pasqua la Aita Mari era salpata da Siracusa, senza avere a bordo né soccorritori né personale sanitario, diretta in Spagna per lavori. Aveva cambiato rotta a seguito della richiesta di soccorso per quattro imbarcazioni di migranti in difficoltà nel Mediterraneo. Con pochi uomini, la nave della Ong basca era riuscita a raggiungere e a mettere in salvo 43 persone che erano su un gommone nella zona Sar di Malta. All’inizio, la Valletta aveva avviato il coordinamento del soccorso, autorizzando l’Ong a fornire salvagenti e acqua ai naufraghi, alcuni dei quali però si erano buttati in mare per raggiungere la nave umanitaria. I soccorritori avevano dovuto così trasbordarli tutti e da quel momento Malta non ha più dato assistenza e nemmeno un porto sicuro.
La nave è stata quindi costretta a navigare per una settimana prima tra Malta, Linosa e Lampedusa, poi a nord di Pantelleria. Nel frattempo, nove migranti venivano trasferiti a terra, con più interventi, a causa di problemi di salute. Stamattina, dopo un viaggio durato tutta la notte, si trovava davanti alle coste di Trapani.
“Le condizioni delle persone salvate rimangono ai limiti”, spiegava in mattinata la ong.
Secondo la Stampa sarebbero in corso trattative tra il governo di Roma e quello di Madrid così che, dopo un periodo di isolamento in Sicilia, i migranti possano essere trasferiti in Spagna, Paese di bandiera della nave e della stessa Ong.