Siracusano (FI), abilitazione avvocati “passare direttamente all’orale”; Unaep dello stesso avviso; Aipaav propone la semplificazione delle prove

di Michele Bruno – “Tanti giovani laureati che hanno sostenuto l’esame per l’abilitazione di avvocato, o che magari stanno studiando in queste settimane per preparare la prossima sessione, non possono pagare il prezzo del Coronavirus e vedere, così, sfumare abnegazione e sacrifici.
Per questa ragione il gruppo Forza Italia della Camera dei deputati ha presentato un emendamento al decreto ‘Cura Italia’, che ho convintamente firmato per modificare le modalità di svolgimento dell’esame di Stato in considerazione dell’emergenza che stiamo vivendo, senza rallentare oltremodo il percorso formativo e professionale di tanti ragazzi”. Interviene così l’Onorevole messinese Matilde Siracusano, Deputata del partito dell’ex Premier Silvio Berlusconi.
“La nostra proposta prevede, tenendo conto delle attuali difficoltà organizzative  – precisa Siracusano – che per la sessione 2019/2020 tutti i candidati all’esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione forense che abbiano sostenuto le prove scritte siano ammessi alla prova orale. Le materie e le competenze oggetto di valutazione nelle prove scritte saranno valutate nell’ambito e secondo i criteri della prova orale”.
“Fermo quanto previsto per la prova orale ai fini del positivo superamento dell’esame – continua la deputata – il candidato dovrà riportare almeno la sufficienza in due delle valutazioni relative alle materie e competenze in questione. Il tutto sarà possibile grazie ad una riorganizzazione delle Commissioni incaricate della valutazione delle prove orali su tutto il territorio nazionale”.
Conclude il suo intervento il membro della Commissione Giustizia di Montecitorio “Con questo emendamento Forza Italia si schiera con determinazione dalla parte di tanti giovani, vogliosi di intraprendere la professione forense e che non devono rischiare ritardi nelle sessioni 2019/2020 e 2020/2021. Semplifichiamo, sburocratizziamo, snelliamo i procedimenti per superare le difficoltà di questi complicatissimi mesi”.
L’Unaep (Unione nazionale avvocati enti pubblici) è dello stesso avviso: è necessario saltare la correzione delle prove scritte e sostenere direttamente la prova orale in videoconferenza. La presidente e avvocato Antonella Trentini ha chiesto di applicare le norme del decreto “Cura Italia” anche ai tirocinanti avvocati. La soluzione, come già è avvenuto per i giovani medici, potrebbe essere ammetterli direttamente agli esami orali, utilizzando eventuali modalità online di svolgimento dei colloqui.

Nello specifico si vuole proporre di estendere quanto disposto nel decreto Cura Italia per i giovani medici in attesa di abilitazione, “come misura emergenziale ai giovani avvocati che rischiano di vedere rinviata a data da destinarsi l’ammissione agli esami orali e quindi la possibilità di accedere alla professione e al mondo del lavoro”.

 Il decreto, nello specifico, all’articolo 102 in relazione all’esame di abilitazione all’esercizio della professione di medico parte dalla presunzione che il conseguimento della laurea magistrale e il giudizio di idoneità sui risultati relativi alle competenze dimostrate nel corso del tirocinio, abiliti all’esercizio della professione. Comportando, di conseguenza, l’abolizione dell’esame di stato per la professione di medico. “Una misura condivisibile – evidenzia Trentini – ma che, per tutelare il diritto di tutti, occorrerebbe estendere a causa dell’emergenza anche agli altri giovani laureati con laurea magistrale ed idoneità sui risultati relativi alle competenze dimostrate nel corso del tirocinio”.
Invece l’Aipaav (associazione italiana dei praticanti avvocati, ad oggi non ancora riconosciuta), aveva ritenuto di dover proporre una generale proposta di riforma dell’esame, in sette articoli che mira in sostanza a semplificarlo, indipendentemente dall’emergenza Covid 19 e dal Decreto Cura Italia. Essa consiste in una serie di quesiti a risposta multipla ai quali i candidati dovranno rispondere in un tempo massimo di 180 minuti. Per sostenere la proposta si disporranno alla raccolta delle 50mila firme necessarie per portarla alla discussione in Parlamento.  La valutazione prevederebbe l’attribuzione di un punteggio di + 1 per ogni risposta esatta, di 0 per ogni risposta non data e – 0,25 per ogni risposta errata, con superamento della prova al raggiungimento del punteggio minimo di 60. I candidati non possono consultare alcun testo, eccetto i codici rigorosamente non
commentati.

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