L’A.O.U. “G. Martino” di Messina, in merito alla nota diffusa da un’organizzazione sindacale e ripresa da alcuni organi di stampa, riguardante la dimissione di un paziente dal Covid Hospital e il suo trasferimento all’ospedale “Piemonte”, precisa quanto segue.
“A integrazione della ricostruzione contenuta nel documento, si conferma che il paziente dimesso è risultato negativo. Per massimo scrupolo, inoltre, nella nottata di venerdì – in occasione del nuovo ricovero al Policlinico- è stato sottoposto a un terzo tampone che anche in questo caso ha dato esito negativo. C’è stato un errore nella cartella clinica che ha accompagnato il paziente e su tutto ciò abbiamo avviato accertamenti per capire come sia potuto accadere.
Tuttavia, si precisa che questa, come tutte le altre dimissioni dal Covid Hospital, è stata effettuata dopo avere eseguito le verifiche del caso. Riconosciamo l’errore, ma trasformare un problema procedurale in un allarme generale non giova sicuramente al lavoro che il nostro personale sanitario sta compiendo con assoluta dedizione e attenzione, pur se costantemente sotto pressione”.
La precisazione fa riferimento all’allarme lanciato da FpCgil che ha presentato un esposto in Procura e inviato anche al prefetto Maria Carmela Librizzi e alla direzione dell’Ircss Neurolesi, dichiarando che il paziente trasferito fosse positivo al virus.
“Il paziente è stato ricoverato in un reparto che l’Azienda si ostina a definire Covid, ma che non ha nessuna delle caratteristiche tecnico strutturali per esserlo; nessun percorso Covid-19 attivato, una sola infermiera in servizio, assenza nella stanza dei requisiti minimi di sicurezza, mancanza della distanza di 3 metri prevista, malgrado spostamenti di suppellettili ordinati dal direttore medico di Presidio”.
Successivamente, come riporta il sindacato, l’uomo è stato trasferito in un’altra struttura, forse il Policlinico stesso.
“Sono passate meno di 24 ore – continua Fp Cgil – dal nostro secondo esposto dove paventavamo le nostre paure per possibili contagi seriali legati ad una gestione tutt’altro che lucida, che si ostina a voler ricreare un centro Covid-19 in una struttura che non ha le caratteristiche per esserlo. Riteniamo questo comportamento fortemente lesivo e soprattutto irresponsabile, in quanto si sta mettendo a rischio la vita di pazienti ed operatori per motivi a noi assolutamente sconosciuti”.