Pasqua a San Fratello: nelle strade deserte primeggia la fede (fotogallery)

di Fra Giuseppe Maggiore – Raccontare ciò che ho visto a San Fratello il mattino di Pasqua mi è difficile: non è assolutamente semplice scindere il cronista dall’ essere frate. Fare la sola cronaca di una processione solitaria, in strade apparentemente deserte, risulterebbe incompleta e non esauriente. Più che di processione parlerei di una visita gradita, di un passaggio di un Amico, parlerei della fede vista ieri. Già da giorni la popolazione del centro montano nebroideo aveva reclamato la presenza dei sacerdoti con il Cristo Crocifisso, per le strade del proprio paese che ogni anno com’è ben noto vive una settimana santa particolare dato la presenza dell’antica tradizione dei Giudei di San Fratello. Per diverse circostanze, forse per poco coraggio da parte di qualcuno e sensibilità diverse da parte di altri, il venerdì santo, il Crocifisso molto venerato dai sanfratellani è rimasto ad attendere sulla croce dentro le mura della chiesa dell’ex Convento Francescano. Ma il mattino di Pasqua, grazie al Sindaco Dott. Salvatore Sidoti, al parroco don Salvatore Di Piazza, dopo la Messa celebrata dallo stesso sacerdote e trasmesso in diretta Fb, Gesù Eucarestia ha attraversato le strade dell’antico borgo.

La consapevolezza che nell’ostensorio tenuto in maniera salda dal vice parroco Don Francesco De Luca, c’era Gesù vivo è vero e che stava andando come viandante a trovare i suoi discepoli per dirgli “Io sono con voi non abbiate paura” cresceva di passo in passo. Lo stesso Gesù che passava per Betsaida, Cafarnao, per la Samaria, che ha attraversato la Giudea e la Galilea, quel Gesù che si fece compagno di cammino dei discepoli di Emmaus dopo la resurrezione, stava per passare “quel mattino dopo il sabato” davanti alle abitazioni di uomini e donne che da sempre hanno avuto fede in Lui. Nei momenti oscuri e drammatici che la vita pone nel cammino di ognuno si è saputo riporre speranza nel Signore che in maniera semplice, con una fede genuina priva di fronzoli che i propri genitori hanno saputo trasmettere.

Io che animavo la preghiera coadiuvato dal seminarista Benedetto Ricciardi, per diverse volte ho dovuto trattenermi dall’emozione e commozione provata nel vedere il primo cittadino Dott. Sidoti accompagnato dal comandate della Polizia Municipale Pino Varotta e dal comandante della Guardia Forestale Filadelfio Manasseri, con gli occhi pieni di lacrime. Più Gesù si inoltrava nelle strade, più cresceva la percezione che senza Dio non possiamo vivere: giovani, vecchi, anziani, bambini, madri e padri di famiglia, ognuno dietro la finestra o sul balcone, altri sull’uscio della propria abitazione composti e rispettosi delle norme hanno atteso, pregato e anche pianto al passaggio dell’Eucarestia.

La piccola processione è terminata con un ulteriore benedizione davanti alla chiesa di Sant’Antonio Abate.

Si è pregato per tutti: per i bambini, per gli ammalati, per i diversamente abili, per gli anziani soli, per le famiglie, per i giovani. Sono state rivolte orazioni per l’amministrazione comunale, tutti i componenti del Consiglio Comunale, i sacerdoti e  i consacrati. La preghiera si è estesa per tutti i malati e defunti di covid-19, per tutti coloro che sono in prima linea e stanno dando la vita per gli altri in questo drammatico periodo. La presenza di Don Salvatore Di Piazza è stata molto importante: il Parroco ormai dimissionario per aver raggiunto i limiti di età consentiti dal Diritto Canonico, nonostante la sua salute precaria e i mesi passati tra ospedale e letto, come pastore ha voluto essere vicino al gregge che gli è stato affidato.

Forse per molti sarebbe stato più bello o forse più emozionante vedere uscire il venerdì santo il Crocifisso, ma credo che uscire il Santissimo Sacramento, cioè Gesù vivo è vero è stato ancora più bello che uscire una statua che lo rappresenta. La vera fede non è fatta solo di emozioni o basata sulle tradizioni, va oltre, e ieri io l’ho vista nel volto bagnato dalle delle persone anziane che ancora una volta con semplicità hanno da dirci  e insegnarci tanto. (foto Delfio Bellitto)

 

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