di Fra Giuseppe Maggiore – Volti tristi, silenzio nelle strade che solitamente il mercoledì, giovedì e venerdì santo pullulano di turisti, di gente proveniente dai paesi limitrofi per assistere ad una manifestazione che affonda le proprie radici nel medioevo, i Giudei di San Fratello. Quest’anno le vie del centro nebroideo sono prive di colori, di suoni: il Crocifisso è al suo posto nelle chiesa dell’antico Convento Francescano, la Madonna Addolorata e sembra aspettare invano il suo divin Figlio anche lui fedele al monito “restiamo a casa”. San Fratello e i sanfratellani rispettano l’ordinanza del Sindaco dott. Salvatore Sidoti Pinto che a malincuore viste le circostanze, ha dovuto vietare l’antica manifestazione dei Giudei.
Chiese vuote, sacerdoti che nella solitudine e nel silenzio struggente celebrano la Messa in Coena Domini, e la Passione del Signore senza il popolo di Dio. La Signorina Cracò dietro la finestra della propria abitazione attaccata alla chiesa di Sant’Antonio, non trattiene le lacrime, lei che in 97 anni di vita non ha mai perso una celebrazione del Triduo Pasquale. Il Crocifisso venerato dai sanfratellani, quel Crocifisso che li ha salvati dalle frane è lì ad accogliere tutti coloro che senza infrangere le regole del momento hanno la necessità di guardarlo, di sussurrargli il loro bisogni, la loro preghiera. Nel centro nebroideo – grazie a Dio- come afferma la gente del luogo, non si registra nessun contagio, ma questo non impedisce la prudenza e l’osservanza delle leggi.
San Fratello nella Settimana Santa non ha mai conosciuto un silenzio così assordante: i riti, le processioni sono sempre state accompagnate dagli squilli di tromba, dal tintinnio delle discipline che gli antichi flagellanti usavano per percuotersi a ricordo della Passione di Cristo. I Giudei di San Fratello frutto di un’antichissima tradizione non hanno mai abbandonato il loro compito di “disturbatori”, neppure quando la milizia fascista proibì di indossare quei particolari costumi ricamati dalle donne del luogo. Ci fu un periodo che ci provò anche qualche vescovo aizzato da qualche sacerdote, ricordo anch’io la presenza massiccia delle forze dell’ordine. Nonostante qualche tentativo, mai nessuno è riuscito a mettere termine ad una tradizione molto antica che si perde negli anni. Non ci è riuscita neppure la pandemia, il nemico invisibile: il Covid-19, perché i sanfratellani duri come le querce dei loro boschi e testardi come i loro cavalli hanno trovato ancora una volta il modo per aggirare l’ostacolo rimanendo fedeli alle varie ordinanze.
Qualche mese fa durante un flashmob, i giudei avevano già fatto sentire dai balconi della propria abitazione le loro trombe militari per trasmettere la loro vicinanza a tutti gli ammalati di coronavirus e agli operatori sanitari. Da mercoledì santo giorno in cui normalmente centinaia di uomini giovani, adulti, anziani e bambini, indossano il loro costume per poi toglierlo venerdì sera, a San Fratello sui balconi spadroneggiano le giubbe rosse. Venerdì pomeriggio alle ore 15,00 ora in cui Cristo consegna lo Spirito al Padre, San Fratello con i suoi Giudei sui balconi delle proprie case saluta e da onore all’Uomo della Croce, quel suono stridulo per chi non è abituato anche fastidioso è dedicato a tutti i morti di coronavirus e ai loro parenti.
“E’ una Settimana Santa triste la nostra, che si identifica nella morte di Gesù Cristo del Venerdì Santo – afferma Alfredo Cracò presidente della Società Militari in Congedo e responsabile della Fanfara dei Giudei – Una tristezza che raggiunge anche noi Giudei che purtroppo non siamo stati presenti come di consuetudine con i nostri costumi tradizionali, avvertiamo un senso di lutto, come se ci fosse morto un parente o un amico intimo. Ci manca tanto la nostra divisa, le suonate che riempiono le strade e le case del nostro paese, i rumori delle discipline, lo struscio delle scarpe di pelo, le code di cavallo, manca tutto ciò che a me ma a tutti i miei paesani ci ha accompagnati sin da quando siamo nati. Siamo consapevoli che si tratta solo di una transizione momentanea, la vita e la salute vengono prima di tutto. Appuntamento al prossimo anno”. Cracò conclude affermando che “Il non interrompere la Tradizione per noi è molto importante, dedichiamo le suonate di questo pomeriggio a tutti i medici, infermieri e a tutti i defunti di questa terribile pandemia”.
Anche la Presidente del Consiglio Comunale Betty Morello che sin da bambina ha visto il papà e i fratelli indossare giubba ed elmetto, afferma con tono mesto: “Oggi San Fratello è triste perché soffre delle mancanze, soffre per i momenti bui che stanno attraversando i suoi esercenti e i suoi lavoratori, ma non piange… Perché a piangere saranno gli altri paesi, quei paesi che contano contagi e morti ed è proprio a quei paesi che San Fratello dedica il suo silenzio”.
Anche se in forma molto ridotta San Fratello non si ferma, celebra il Calvario con i suoi giudei per dare speranza e annunciare con il suono di quelle trombe, che dopo le Croce c’è la Resurrezione. Dietro il velo di lacrime, dolore e rabbia, i nostri occhi non lo vedono, ma la pietra del sepolcro è rotolata. Cristo l’ha spinta oltre per noi, allora e per sempre. Pandemia non è, non sarà mai, l’ultima parola. (foto Pippo Maggiore)