Con un atto extragiudiziale l’avvocato Santi Delia chiede al Comune di Messina, in persona del Dirigente al ramo pro tempore, ove tali mezzi siano di proprietà o in disponibilità del Comune, alla Polizia Municipale di Messina, in persona del Comandante pro tempore,
l’immediata cessazione della diffusione del messaggio che da stamattina gira per le strade della città e su cui è intervenuto anche il garante per l’infanzia.
Ecco il testo integrale:
-premesso che in data odierna, come riportato anche da talune testate on-line di informazione1, nonché da vari concittadini anch’essi costretti presso le proprie abitazioni sembrerebbe che in varie parti del territorio comunale risulterebbero circolare diverse autovetture, dotate di altoparlanti utili a diffondere messaggi alla cittadinanza;
– che, per quanto possa apparire dall’ascolto di tali messaggi, sembrerebbe trattarsi della
voce del Sindaco della Città, “Il Vostro Sindaco vi augura una Santa Pasqua e ribadisce
l’ordine di non uscire di casa. IO RUSTU A CASA PI CAZZI MEI. Santa Pasqua a tutti
Voi”;
– che, a chi scrive, pare che tale mezzo di diffusione di messaggi alla cittadinanza che nel
Suo scopo sembra avere quello di ribadire l’invito a rispettare le indicazioni normative
vigenti in tema di permanenza nelle proprie abitazioni, risulti violare, per modi e toni, i
più basilari principi del vivere civico, della sobrietà e del decorso istituzionale
rappresentando, a contrario, per la miscellanea che riesce a rappresentare, un messaggio
così inadeguato da persino ingenerare confusione in chi lo riceve tale da non comprendere
la distinzione tra sacro (“Santa Pasqua”), serio (“ribadisce l’ordine a non uscire di
casa”), e faceto (recte scurrile) (“io rustu a casa pi cazzi mei”);
– che tale messaggio, per il mezzo di diffusione adottato (megafoni posti su autoveicoli in
movimento), ha come preciso obiettivo il raggiungimento di un numero massimo di
soggetti giacchè, a differenza delle comunicazioni trasmesse alla cittadinanza con canali
ordinari – quelli si intende cui deve volontariamente accedersi per ricevere tali messaggi,
quali televisione, social network, giornali on line o cartacei -, per l’importanza che
l’ordinamento riconosce a particolari momenti emergenziali o di rapida comunicazione
istituzionale, mira specificamente a raggiungere TUTTI i soggetti destinatari del
messaggio e cioè, tra essi, anche e soprattutto, chi non ha accesso, per propria scelta
volitiva, ad altri ordinari canali;
– che, in tal senso, la propagazione acustica di messaggi rappresenta una vera e propria
immissione intollerabile giacchè, per sua natura, ha l’ontologico obiettivo di diffondere
il messaggio ad una platea quanto più ampia di soggetti anche in quanto si prefigge la la
massima importanza del precetto che mira a trasmettere (“ribadisce l’ordine a non uscire
di casa”);
– che, proprio per tale natura del mezzo utilizzato, a chi scrive non pare possa consentirsi
l’uso delle espressioni utilizzate prive, peraltro, di qualsiasi necessità rispetto al precetto
da comunicare ai cittadini;
– che, difatti, per quanto tale messaggio sia già stato trasmesso dallo stesso Sindaco
durante il corso di una diretta televisiva nonché presente su vari canali social allo
stesso riconducibili, nel caso che ci occupa a chi scrive, così come a migliaia di altre
famiglie con soggetti minori o soggetti incapaci di valutare con autonomia e
discernimento tale messaggio, è impedito in tale caso di evitare a tali soggetti deboli
l’ascolto di tale messaggio che, a contrario, è forzatamente recapitato;
– che, in ogni caso, l’accostamento dell’espressione scurrile “io rustu a casa pi cazzi mei”
con quella dell’augurio sacro alla “Santa Pasqua” appare quanto mai inopportuno;
– che, in disparte l’inopportunità denunciata, a chi scrive pare che tale messaggio,
certamente inopportuno e diseducativo per tutti i minori costretti ad ascoltarlo
inevitabilmente portati a ritenere come corretto l’uso delle stesse in ogni contesto, sembra
poter violare anche precetti penali;
– che, tra questi, si rintraccia l’art. 726 c. p. (“atti contrari alla pubblica decenza”) a mente
del quale si punisce “chiunque, in un luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico,
compie atti contrari alla pubblica decenza” che, come è noto, trova la propria ratio
nell’esigenza di garantire il rispetto delle regole civili, sottese alla società organizzata e
delle regole sociali che impongono una certa continenza nell’esprimere il proprio
pensiero;
– che, al fine di consentire il diffondere di tali messaggi che, verosimilmente, per il fine che
si suppone vogliano perseguire, continueranno anche nelle giornate seguenti, si chiede
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l’immediato intervento delle SS.LL. in indirizzo al fine di bloccare la circolazione di tali
mezzi;
– che, a chi scrive, non è nota la proprietà o disponibilità di tali mezzi – se del Comune di
Messina o di altri soggetti pubblici o privati – ragion per cui si rimette alle Autorità in
indirizzo ogni valutazione;
– che, in particolare, ove fossero automezzi privati va immediatamente disposto da parte
della Polizia Municipale il fermo di tali veicoli.
Quanto sopra premesso,
INTIMA E DIFFIDA
Al Comune di Messina, in persona del Dirigente al ramo pro tempore, ove tali mezzi siano
di proprietà o in disponibilità del Comune,
Alla Polizia Municipale di Messina, in persona del Comandante pro tempore,
l’immediata cessazione della diffusione del messaggio di cui in premesse
ESPONE
Per le valutazioni di competenza i superiori fatti a
PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI MESSINA
PREFETTO DI MESSINA
MINISTERO DEGLI INTERNI
ARCIVESCOVO DI MESSINA CURIA DI MESSINA
GARANTE DEI MINORI DEL COMUNE DI MESSINA
CHIEDENDO AD ESSI
Ciascuno per le sue competenze di provvedere ad attivare ogni mezzo giuridico utile ad
evitare il perpetrare della diffusione del messaggio di cui in premessa