Il gip di Messina ha sequestrato due cavalcavia dell’autostrada A-20, Messina-Palermo, perché a rischio crollo, nel tratto tra Rometta e Milazzo. Si tratta dei cavalcavia 3 e 4 su cui transitano la strada provinciale 55 Spadafora-San Martino e la strada comunale Beviola. Dalle indagini, condotte dalla Procura della città dello Stretto guidata da Maurizio de Lucia, è emersa una diffusa corrosione delle armature e delle banchine di bordo che metterebbe in pericolo la stabilità delle strutture portanti con il rischio di crollo sulla sede autostradale sottostante.
Le indagini sono state condotte dalla Polizia Giudiziaria della Polizia Stradale di Messina e si sono avvalse della consulenza tecnica di docenti del Dipartimento di Ingegneria dell’Università.
Gli accertamenti hanno evidenziato un degrado avanzato delle cosiddette «selle Gerber», gli elementi che sopportano tutto il peso del viadotto che passa sull’autostrada e del suo traffico viario. Il degrado sarebbe imputabile alla cattiva manutenzione dei giunti che, consentendo infiltrazioni di acqua piovana, ha deteriorato il calcestruzzo di copriferro. La conseguenza è la diffusa corrosione delle armature e il degrado della banchine di bordo. Lo stato delle strutture sarebbe di tale gravità da rischiare di far perdere l’appoggio delle travi della campata centrale con il rischio del crollo o comunque della caduta di calcinacci sui mezzi in transito. Il sequestro, deciso dal gip Valeria Curatolo, è stato eseguito in modo da non bloccare il traffico. Si è disposta, infatti, la circolazione su un’unica corsia centrale per entrambi i sensi di marcia, misura che consente di ridurre il peso che grava sui cavalcavia. Sono stati nominati custodi giudiziari i responsabili tecnici dei comuni di Spadafora e Venetico.
L’organo di vigilanza del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, già dal 2014, aveva segnalato il degrado dei due cavalcavia e aveva richiesto al Consorzio per le Autostrade Siciliane di provvedere al monitoraggio delle condizioni delle opere e alla loro manutenzione. Il Cas, però, non avrebbe mai adempiuto.
Nel frattempo, sono stati iscritti nel registro degli indagati i direttori generali del Consorzio per le Autostrade Siciliane e dei responsabili dell’Area Tecnica, che si sono succeduti negli anni e che non hanno provveduto alla manutenzione ed al ripristino delle strutture.
Ai soggetti sono contestati, in concorso, l’aver indebitamente rifiutato di compiere atti del proprio ufficio per ragioni di sicurezza e il non aver effettuato i lavori necessari a rimuovere situazioni di pericolo: si tratta di Maurizio Trainiti, Salvatore Pirrone, Gaspare Sceusa e Salvatore Minaldi, attuale dg.