di Palmira Mancuso – Al 5 aprile 2020 risultano essere 7904 i Sindaci in Italia: per qualcuno 7903 non fanno nulla. A Messina invece c’è un supersindaco che scopriamo avere il “suo esercito”, che certamente ha 4 droni per sfanculare 230 mila abitanti, e che soprattutto ha “cash”. Soldi, soldi, soldi che da una settimana “sbatte in faccia” agli altri rappresentanti delle istituzioni (a qualunque livello).
Tuttavia non entriamo nel merito delle ultime affermazioni, ma rimaniamo ancorati ai fatti. Ed uno dei fatti accaduti in questi giorni in cui tutti i sindaci d’Italia (grazie ai fondi arrivati dallo Stato) stanno distribuendo buoni spesa, (senza andare lontano ieri a Lipari 250 buoni da 100 euro) noi a Messina facciamo i conti con la partecipata Messina Social City guidata da una fedelissima del sindaco, Valeria Asquini (già presidente del circolo Fenapi Dante di Messina, e psicologa) che in questi giorni si sta occupando di consegnare la spesa a chi ha la fortuna di prendere la linea.
Ed ecco una cronaca invisibile, giunta a noi solo perchè ad accorgersi dell’evidente inadeguatezza è stato il presidente di Arcigay a cui queste persone si sono rivolte, piuttosto scioccate.
Il 2 aprile, infatti, alla porta di casa di una famiglia composta da tre persone ecco arrivare il tanto agognato pacco di spesa, richiesto dopo vari giorni di tentativi attraverso il numero della protezione civile di Messina.
Due cetrioli, due mele, due pacchi di pasta, due bottiglie di pomodoro, due pagnottine di pane, una bottiglia di olio, una latta di ceci e cinque biscottini: questo è stato recapitato. E ovviamente una tantum (nonostante l’intervento del presidente direttamente con la Messina Social City, la Pasquini ha risposto che consegnano solo beni di prima necessità).
Ovviamente la famiglia in difficoltà è stata segnalata ad altre associazioni sul territorio che sono più organizzate, e che capiscono anche che “necessità” è ad esempio una bombola del gas, che altrimenti nemmeno la pasta col pomodoro si può cucinare.
Per la cronaca dal 2 aprile ad oggi, nessuna altra spesa è stata consegnata dalla Messina Social City. Lo diciamo perchè se fosse stata una busta almeno ogni due giorni, quel quantitativo sarebbe stato meno ridicolo.
Io da stamattina non penso a queste persone, so che adesso sono in buone mani. Penso a tutte quelle che in questi giorni resteranno invisibili e che non hanno a chi rivolgersi per segnalare che una busta fatta così non dura una settimana, non può essere una tantum, non ha nulla a che vedere con quella dignità che non bisogna mai umiliare.
Un milione e 700 mila euro erano stati destinati solo alla emergenza alimentare. Chi controllerà la distribuzione considerando che non si sa quantificare nemmeno una spesa? Di certo sono tanti soldi, a cui non serve aggiungere donazioni. Meglio donare a chi nel territorio c’è sempre stato, come la Comunità di Sant’Egidio, e l’emergenza della povertà la conosce, senza carità pelose di cui nessuno oggi ha bisogno.