Cambiamo Messina dal Basso invia una Lettera aperta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e, per conoscenza, ad ANCI e alla Senatrice Liliana Segre, sui toni verbali utilizzati dal Sindaco di Messina, Cateno De Luca, durante questa emergenza:
Egregio Presidente,
è a Lei che ci rivolgiamo nella convinzione di raggiungere simbolicamente, tramite Lei, tutte/i coloro che a quella Costituzione nata dalla Resistenza credono davvero.
L’emergenza che stiamo vivendo spinge ciascuna/o di noi al limite, e per nessuno è facile mantenere i nervi saldi.
Pur tuttavia, riteniamo che a chi riveste incarichi di responsabilità sia richiesto, a maggior ragione in questo momento, un surplus di equilibrio.
I toni sguaiati e l’approccio “sopra le righe” dell’attuale Sindaco di Messina, Cateno De Luca, ci sono noti da tempo. Ma qualcuno avrebbe potuto ingenuamente pensare che la delicatezza del momento inducesse ad una maggiore riflessività. Ci rammarica constatare, invece, che ogni giorno la sua comunicazione è densa di minacce, insulti, urla. E sebbene ci sia chi esalta questo modo di operare, che lui spaccia come “tutela della propria cittadinanza”, molti sono coloro che esprimono forte preoccupazione per la possibile degenerazione, in termini di tensione, di una situazione che già di per sé ci rende molto fragili.
Ma se scriviamo a Lei non è semplicemente per denunciare le inquietanti modalità di gestione della crisi del Sindaco di Messina. E’ piuttosto perché la situazione si aggrava ogni giorno di più, e rischia di lasciare segni profondi oltre l’emergenza del Coronavirus.
In data 28 marzo il Sindaco, in un post sulla sua pagina Facebook ufficiale, ha riportato testuali parole:
“ISTITUISCO LA TESSERA DEL PANE DEL VENTENNIO SE NON LA SMETTETE DI BABBIARE OGNI GIORNO NEI SUPERMERCATI!
CON I DRONI ABBIAMO CENSITO QUESTA SITUAZIONE ED ORA VI FACCIO MULTARE!”
“Istituisco la tessera del pane del ventennio”: denunciare una simile espressione ci sembra doveroso.
Ci sembra doveroso non unirci alla schiera di coloro che minimizzano, o addirittura elogiano il riferimento, derubricandolo ad un’espressione forte con il nobile scopo di esortare a restare a casa.
Lei sa, invece, che dalle parole passa o non passa la democrazia.
Lei sa, in coscienza, che l’apologia di fascismo non è solo la lode esplicita al Regime, ma anche il prenderne un pezzo e citarlo come modello di azione virtuosa.
Non limitarsi a suggerire l’ipotesi di una tessera alimentare, ma evocare il Ventennio Fascista, è atto di una gravità che non tutti sul momento colgono, ma che si insinua pericolosamente nelle coscienze facendoci credere normale, accanto ai droni parlanti e all’esercito nelle strade, accanto alla privazione delle libertà e al terrorismo psicologico, che l’emergenza possa legittimare il soffocamento della democrazia.
Noi non ci stiamo.
E riteniamo urgente una Sua presa di posizione perché venga fermato un comportamento dannoso a livello politico e culturale.
Certi della Sua attenzione, Le rivolgiamo anticipatamente il nostro grazie.